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La dura convivenza con i galli E i canti finiscono in tribunale

In Svizzera un volatile condannato a stare zitto dopo le 22 In Francia un sindaco si mobilita per un uccello a processo

La dura convivenza con i galli E i canti finiscono in tribunale

Non è certo la prima volta, e neanche sarà l'ultima, che vicini di casa, specie in ambito rurale urbanizzato, litigano duramente per il disturbo della quiete pubblica causato da animali domestici. Cani che abbaiano durante la pennichella o di notte, gatti che fanno sgradevoli olezzi con la loro «plin plin» depositata sul cofano delle auto (e senza i proventi della pubblicità alle acque minerali), pavoni che «cantano» sui tetti delle case fino alla trapanazione timpanica, sono all'ordine del giorno e non è la prima volta che un magistrato, si trova a prendere provvedimenti o a giudicare su quale parte abbia ragione.

È quanto accaduto in questi giorni presso la corte d'appello per l'edilizia del cantone di Zurigo cui si è rivolto, tramite il suo legale, uno dei querelanti che si è dato la pena di affidare a persona competente una sofisticata perizia sulla quantità del suono in decibel emessa da un gallo che percorreva tronfio, ogni giorno, il suo pollaio, distante 15 metri dalla persona infastidita. Altri vicini, altrettanto furibondi, hanno sfruttato un'app del cellulare per misurare il tasso di rumore del volatile crestato, pur tenendo i vetri (doppi) della sala, della cucina e delle camere da letto, chiusi. La maledetta tecnologia (per il gallo) ha fatto rilevare valori fino a 84 decibel, mentre con una telecamerina nascosta i vicini hanno potuto documentare chi era il vero colpevole dello stentoreo chicchirichì e fornire video e sonoro al tribunale.

Il magistrato, acquisiti gli atti e sentite le parti, ha emesso una chiara sentenza di colpevolezza a carico del variopinto pennuto condannandolo a «cantare» solo in determinati orari, mentre, in altri, dovrà rimanere recluso in un ambiente insonorizzato e oscurato. Il chicchirichì sarà tollerato solamente dal lunedì al sabato dalle 8 alle 22, e la domenica dalle 9 alle 22. I vicini puntavano anche alla demolizione del pollaio, a loro dire costruito abusivamente. Il tribunale è giunto tuttavia alla conclusione che la proprietà si trova in un'area di case unifamiliari dove la distanza tra abitazioni è sufficiente e ha chiuso un occhio sui permessi edilizi non arrivati in tempo. Fatta salva la costruzione del pollaio, sia il gallo che le galline al momento possono rrestarci a patto di non fare troppi schiamazzi. I vicini, tuttavia, si sono riservati il diritto di adire nuovamente a vie legali in caso i livelli di insonorizzazione si rivelassero insufficienti. Nell'escussione di indizi e prove fornite dai vicini attraverso le moderne tecnologie è emerso che Il gallo avrebbe cantato fino a 14,5 volte l'ora senza differenza tra alba e tramonto.

Mentre la vicenda svizzera si è conclusa, un caso analogo, molto più altisonante, accade in Francia, dove Maurice, un gallo di 2,5 Kg appartenente a Corinne, una ex cantante che vive da 35 anni a Saint-Pierre-d'Oléron, nell'ovest della Francia è «sotto processo» per i suoi versi mattutini, non tollerati da una coppia di anziani vicini, che hanno portato Corinne e pennuto in tribunale. Mentre l'udienza si è conclusa giovedì e in attesa del giudizio, previsto per il 5 settembre, Maurice è diventata una star, ha una sua pagina Facebook e di lui si è interessato il New York Times. Quasi ogni settimana, molti abitanti del paese marciano compatti con i cartelli a favore di Maurice che ha conquistato anche il cuore dei giovani.

E mentre il sindaco di Gajac, nel dipartimento della Gironde, preme perché i suoni della campagna diventino patrimonio dell'umanità, il sindaco di Saint-Pierre si mostra conciliante se non addirittura favorevole agli stentorei versi di Maurice temendo, in caso di condanna del volatile, che la sacra ruralità del suo comune campagnolo, così tanto amata dai suoi concittadini, ci rimetta le penne.

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