E alle 9 del mattino Letizia mette le foto dentro gli scatoloni

Dopo 5 anni la Moratti lascia l’ufficio di Palazzo Marino. E oggi ci sarà il passaggio di consegne con il successore. I colonnelli del Pd sono già pronti al braccio di ferro sugli assessorati

L’impresa di traslochi ha imballato scatoloni per tutto il giorno. Gli operai hanno trascinato anche qualche mobile lungo il corridoio al primo piano di Palazzo Marino. Il day after la vittoria di Giuliano Pisapia, lo sgombero dal Comune dell’ex sindaco e del personale con i contratti a termine ieri è iniziato presto. Letizia Moratti è comparsa prima delle 9, giusto un paio di ore prima di tornare a casa e ripresentarsi nel pomeriggio per salutare i collaboratori stretti e gli assessori. Ma all’ora di pranzo nel suo ufficio non c’è già più nulla, sparite dalla scrivania le foto con i figli, quella con il Papa, con i Capi di stato che ha incontrato durante i 5 anni del mandato e nei viaggi intorno al mondo per conquistare l’Expo 2015 per Milano. Gli operai hanno staccato dalle pareti la poesia che Alda Merini le aveva dedicato nel 2008, caricato sul camion anche una racchetta da tennis, omaggio della campionessa Francesca Schiavone. Pile di scatoloni anche nell’ufficio accanto all’ex sindaco, quello della segretaria storica Luciana Barazzoni. Si separano i faldoni da conservare e cestinare all’Ufficio di gabinetto del sindaco, nelle stanze delle relazioni internazionali, dell’ufficio stampa. L’aria è cupa. Per qualche dipendente della comunicazione il contratto prosegue un mese, i dirigenti hanno (in teoria) quattro mesi di ossigeno, ma è a discrezione di Pisapia. Potrebbe mandarli in ferie (e in pratica a spasso) prima del tempo, decine di precari - c’è pure chi lavora in Comune dal ’92, dai tempi di Borghini sindaco - vanno a casa. A meno di un rinnovo, ma nell’incertezza generale gli scatoloni aumentano. Già oggi ci sarà la proclamazione del nuovo sindaco e il passaggio di consegne tra Moratti e Pisapia.
Nell’ufficio del vicesindaco Riccardo De Corato non vola una mosca. Sul tavolo c’è l’ultima comunicazione di servizio, il permesso per il presidio che si terrà oggi alle 17 in via Pantano, protesta contro l’occupazione israeliana. Gli scatoloni De Corato, che dopo tre mandati da vice si prepara a tornare battagliero sui banchi dell’opposizione, aveva iniziato a farli già una settimana fa. Vero che la sensazione non era buona, ma a dire il vero lo aveva fatto anche nel 2006. La rassegna stampa del mattino sulla ormai ex scrivania è aperta sulla festa in piazza Duomo per Pisapia, che «comincia sulle note dell’Internazionale». Gli sarà ribollito il sangue. L’ufficio è vuoto, rimangono i quadri del Bitter Campari e del Fernet Branca. Chissà se lo occuperà davvero una donna, come ha promesso Pisapia, o Stefano Boeri come vorrebbe il Pd, magari con le deleghe a Expo e Cultura. Perché «se per la Moratti la priorità era la sicurezza e il vice aveva la delega, per noi sarebbe un segnale di discontinuità puntare su cultura». Si vedrà, i colonnelli della nuova maggioranza non nascondono che se il braccio di ferro sugli assessorati è stato rimandato al post elezioni per evitare spaccature prima del voto, i prossimi giorni saranno di fuoco.

I consiglieri uscenti del Pd ignari del destino (in giunta o in aula) per ora stanno fermi nei vecchi uffici. Quelli di Pdl e Lega calano si riposizionano, al secondo piano di via Marino. Gli uscenti fanno gli scatoloni. E protestano: neanche sono stati proclamati i nuovi eletti e «già ci hanno staccato i Blackberry».

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