E per le aziende sono pronti crediti fino a 150 miliardi

Fino a 150 miliardi di euro di credito extra alle piccole e medie imprese. E un accordo con Confindustria per fornire liquidità e capitale alle pmi italiane. Questo l’impegno di Intesa Sanpaolo per il superamento della crisi economica e la risposta alle accuse mosse alle banche di non finanziare adeguatamente il mondo produttivo.
Corrado Passera candida Intesa tra gli istituti «lungimiranti», per riprendere l’espressione recentemente utilizzata dal ministro Brunetta. La cifra messa sul piatto per i prossimi tre anni comprende 60 miliardi di fidi già concessi ma ancora inutilizzati, 30 miliardi di nuovi fidi pronti per essere richiesti e 50-60 miliardi di nuovi prestiti a medio lungo termine. Cifre che si vanno a sommare a quelle degli ultimi 12 mesi: sono 152 i miliardi complessivi erogati alle piccole e medie imprese, di cui 18 a medio lungo termine.
Anche l’accordo con Confindustria, firmato insieme al vicepresidente dell’associazione Giuseppe Morandini, punta ad aiutare le aziende in questa fase di crisi. Oltre alle misure di finanziamento a breve (tra cui la possibilità di rinviare rate di mutui e leasing per un anno), c’è l’impegno di Intesa a partecipare a operazioni di rafforzamento patrimoniale e ricapitalizzazione delle pmi. Interventi che per ogni singolo soggetto possono raggiungere i 5 milioni di euro. Serve «un patto per la patrimonializzazione delle imprese» ha affermato Morandini, che coinvolga anche l’amministrazione fiscale «con la detassazione degli utili che rimangono in azienda sotto forma di riserve o di aumenti di capitale».
Dunque - ci tiene a sottolineare Passera - una Intesa che riesce a non ridurre il credito nonostante il calo della domanda di finanziamenti e il progressivo aumento della rischiosità. L’importante, ha detto l’amministratore delegato, è non chiedere alle banche di concedere credito a chi non lo merita. Non sono mancati gli errori, «tipicamente concentrati sulle piccole e piccolissime imprese» ma hanno riguardato una porzione minima degli affidamenti, ha ammesso Passera, che ha espresso anche una prima valutazione sugli Osservatori del credito, istituiti presso le Prefetture: «La collaborazione sta funzionando, noi collaboriamo com’è giusto che sia».
Una stoccata va all’indirizzo di Basilea 2, la normativa che ridefinisce i requisiti patrimoniali delle banche.

Morandini ne chiede una moratoria mentre secondo Passera va corretta nei suoi «effetti prociclici». Al momento, ha detto, il numero uno di Intesa, la normativa impedisce di «mettere il fieno in cascina» nei momenti buoni e di utilizzare le riserve quando le cose vanno male.

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