E il Campidoglio diventò come la curva nord

Regala spettacolo Claudio Lotito, invitato in Campidoglio per ricevere onori e onorificenze per le coppe conquistate ai danni dell’Inter, la Supercoppa italiana vinta ad agosto e la coppa Italia. L’appuntamento nel palazzo senatorio è stato da brividi per il vecchio cuore biancoceleste, che ha riempito la sala quasi fosse la curva nord. Applausi, cori d’incitamento, sfottò, sono mancati solo i «Lotito vattene», stavolta. Ma forse il popolo laziale ha capito che il presidente stesso si diverte ad ascoltare quei tormentoni, come ha dimostrato due giorni fa ripetendoli per strada, davanti a un gruppo di fan che l’avevano fermato di ritorno da un funerale.
Così è scivolata in maniera breve e simpatica la mattinata politico-sportiva condotta da Enrico Montesano, laziale doc, coadiuvato a sua volta da un altro tifoso a doc, il Delegato allo sport del Comune di Roma Alessandro Cochi. Al d-day laziale hanno partecipato oltre a Lotito il dirigente Igli Tare e il team manager Maurizio Manzini e ancora l’allenatore Dario Ballardini, gran signore, e la squadra, seduta ai posti della giunta intorno al presidente del Consiglio comunale Marco Pomarici. E, in prima fila, anche il papà di Gabriele Sandri. «Plauso al sindaco, a Cochi, alla giunta e al Consiglio comunale», ha detto il presidente Lotito. «Siamo qui con orgoglio ed emozione - ha poi aggiunto - per proseguire un cammino centenario, patrimonio di tutta l’Italia. Noi abbiamo la capacità e il coraggio di risorgere, con sacrificio e professionalità. Abbiamo riscoperto valori autentici dello sport, in controtendenza rispetto all’assioma più spendi, più vinci. Sul campo abbiamo mostrato spirito di sacrificio, si vince anche con la testa e con il cuore. Queste sono le nostre caratteristiche. La squadra li incarna e la società educa a quei valori chi la rappresenta». Poi sul macedone dissidente, la cui assenza ieri in Campidoglio gli ha lasciato l’amaro in bocca, ha sentenziato: «Per quanto riguarda Pandev noi pensavamo fosse presente, non si è presentato quindi ne prendiamo atto. La società valuterà questo comportamento. Non mi sembra che il club abbia fatto esclusioni, anzi mi sono posto il problema della sua presenza e invece non ha risposto alla chiamata. Non giudico questo comportamento, non sono abituato a farlo. I comportamenti si giudicano da sé, poi vediamo chi ha fatto scelte sbagliate». Sul «giorno dei giorni» laziale s’è espresso anche il Sindaco, onorato con una maglia su cui è stato stampato il suo nome. «Quando una squadra vince merita il riconoscimento della città», ha detto Alemanno, non prima d’aggiungere che «è per questo che ho ribadito l’impegno per la costruzione dello stadio. Spero che questi successi raggiunti dalla squadra facciano arrivare messaggi positivi ai giovani di Roma». Infine, una sottolineatura da sindaco particolarmente sorpreso: «Sono rimasto impressionato quando è stata consegnata la coppa. Lotito strillava come un pazzo, quello è un momento legato al successo che mi è rimasto in mente».

Finale dedicato ancora a Lotito, la cui dichiarazione d’amore per il suo club resterà stampata negli annali: «Qui, oggi, rappresentiamo la forza della millenaria Roma - ha detto -. Anche in Cina abbiamo testimoniato che Roma rappresenta millenni di civiltà».

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