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E il Cavaliere incassa la solidarietà della Clinton e di Obama

La Casa Bianca chiede il bilaterale ad Astana, il premier lascia la parola alla Clinton e si limita ad ascoltare elogi e rassicurazioni del segretario di Stato

E il Cavaliere incassa la solidarietà della Clinton e di Obama

dal nostro inviato

Astana - Poche parole durante la quasi mezz’ora di bilaterale con Hillary Clinton e neanche una battuta nel briefing davanti alla stampa. A due giorni dal caso WikiLeaks che ha messo in crisi la diplomazia americana e non solo, Silvio Berlusconi incassa in Kazakhstan le scuse formali dell’amministrazione americana. L’occasione è il vertice Osce di Astana, capitale kazaka sul fiume Ishim battuta da un vento gelido che fa segnare solo temperature sotto lo zero. Dove in una pausa dei lavori Usa e Italia, su richiesta della Casa Bianca, fanno il punto sulle rivelazioni di WikiLeaks.

Quei giudizi "riservati" Il Cavaliere ascolta il segretario di Stato americano, perché al di là delle dichiarazioni di facciata è chiaro che Palazzo Chigi non ha per nulla gradito i report che dall’ambasciata americana a Roma venivano inviati a Washington. Soprattutto la parte in cui si tacciava il premier di essere di fatto "succube" di Vladimir Putin e delle posizioni di Mosca. E la Clinton lo sa bene, come sa che i prossimi mesi – e chissà se basteranno - la diplomazia statunitense dovrà concentrarsi sul "recuperare" rapporti che rischiano di essere minati da giudizi che dovevano restare strettamente riservati.

L'amico migliore Così, cosa che con l’amministrazione di Barak Obama non era certamente mai successa, è il Cavaliere ad avere il coltello dalla parte del manico e a andare all’incasso. Messo nero su bianco durante le dichiarazioni alla stampa di Clinton e di Berlusconi, con il premier che non pronuncia una parola e si limita ad ascoltare gli elogi del segretario di Stato. E con Valentino Valentini, l’uomo che per il Cavaliere segue moltissimi dossier di politica estera, che s’improvvisa traduttore in simultanea. Al lato, Bruno Archi, consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, e Paolo Bonaiuti. “Le amministrazioni americane, democratiche e repubblicane, sanno che possono contare su Berlusconi – spiega la Clinton – per realizzare politiche che sostengono i valori che condividiamo”. E ancora: “Non abbiamo amico migliore.

Nessuno sostiene l’amministrazione americana con stessa coerenza con la quale in questi anni Berlusconi ha sostenuto le amministrazioni Bush, Clinton e Obama”.

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