E a Fincantieri la Fiom«dura» perde consensi

Oggi i metalmeccanici della Cgil faranno sciopero contro l’azienda, e l’accordo che è stato raggiunto con tutte le altre sigle. Le motivazioni le ha riportate ieri il quotidiano triestino Il Piccolo: «Non siamo disposti a cambiare la nostra linea e la nostra identità di sindacato di classe dove la partecipazione e la democrazia rimangono cardini fondamentali assieme al conflitto sociale». Gli altri sindacati, a sentire parlare di classe e di conflitto, non ci hanno visto più. «Parlano di classe quando fanno di tutto per renderla più povera», lamenta Giovanni Contento, segretario nazionale della Uilm. «Noi facciamo gli accordi e diamo soldi ai lavoratori», aggiunge il sindacalista riferendosi al premio di produzione da 1.200 euro, «e loro gli tolgono soldi con cinquanta ore di sciopero».
Sul varo della nuova nave a Genova, Contento rimane comunque ottimista. «Anche perché i lavoratori non li seguono più». La dimostrazione? «All’assemblea di Fincantieri a Palermo con Giorgio Cremaschi - il duro della Fiom, esponente più a sinistra della Cgil che si occupa della vertenza - c’erano 60 lavoratori su 600». Ormai, assicura la tuta blu Uil, sindacato molto forte in Fincantieri, la Fiom sta perdendo consensi nei cantieri. Ma la Cgil potrebbe continuare a condizionare l’azienda esasperando il conflitto. Con rischi alti per il gruppo e per i lavoratori. Se la Fiom continuerà ad applicare la linea antagonista a Fincantieri, «c’è il rischio che si allarmino gli armatori». E che quindi comincino a non arrivare più commesse. Una situazione del tutto simile a quella che potrebbe verificarsi nei prossimi giorni alla Fiat. I sindacati, tutti, hanno minacciato il blocco degli straordinari.

Se l’azienda però li convocherà per illustrare il piano, la protesta potrebbe rientrare. Ma non per tutti. La Fiom potrebbe decidere comunque di scioperare. E tarpare le ali al gruppo dell’auto, alle prese con la crisi e il piano industriale più importante della sua storia.
AnS

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