E i visoni «trovano l’America» da noi

Nell’area di Tivoli hanno preso dimora esemplari del roditore da pelliccia. Ma l’ecosistema è a rischio

Hanno trovato l’America in Italia. A Tivoli, per l’esattezza, dove un angolo di montagne rocciose è diventato la loro casa. I visoni nordamericani, gli animali da pelliccia per antonomasia, hanno messo su dimora lungo il torrente Fiumicino, affluente del fiume Aniene. Si tratta di uno dei pochi casi in Italia. Il ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio segnala altri nuclei di visone in libertà in Italia centrale (sui fiumi Ronco e Bidente) e in Italia nordorientale. Sui monti Prenestini, però, questi preziosi parenti della donnola e della faina hanno messo alla luce dei piccoli visoni italoamericani. Un evento sicuramente raro. Ma non esattamente lieto. «Per noi questi elegantissimi mustelidi sono pur sempre degli “alieni”. Ovvero degli animali estranei alla nostra fauna. A volte graziosi come gli scoiattolini asiatici tamias di Villa Ada-Savoia, altre, come in questo caso, potenzialmente dannosi per l’ecosistema», spiega Giovanni Amori, biologo del consiglio nazionale delle ricerche. I visoni, infatti, sono dei formidabili predatori. Divorano non solo rane e topi, ma anche uccelli acquatici, uova, serpenti, scoiattoli e perfino conigli. Sono poi abili nuotatori, capaci di scendere fino a 5 metri di profondità e di nuotare in immersione per 15. «Lungo l’Aniene fanno danni agli allevamenti di pesci», fa notare Amori, coautore, con il naturalista Corrado Battisti, dell’atlante dei mammiferi della provincia. Importati in Italia negli anni Cinquanta e allevati per la pelliccia, molti visoni (animali poco più piccoli di un gatto) sono fuggiti dalle gabbie o sono stati liberati una volta diminuita la richiesta di pelli di animale. «Nel Nord della penisola ne hanno liberati a migliaia. Di questi, il 98 per cento si presume che siano morti, anche perché molti hanno perso del tutto l’istinto predatorio e, tornati in natura, non riescono neanche più a mangiare se l’uomo non li nutre. In provincia, sull’Aniene, hanno trovato invece condizioni climatiche e ambientali davvero ideali. Così si è formata una popolazione abbastanza vitale». L’unica, appunto, in Italia. Ma, come detto, non ci sarebbe da stare troppo allegri. «In Inghilterra, dove questi “alieni” sono arrivati prima di noi - conclude Amori - nonostante sostanziosi investimenti non c’è stato modo di sradicarli.

E ci si è accorti che dove si erano insediati i visoni le arvicole terrestri dei piccoli roditori diminuivano sensibilmente. La stessa cosa potrebbe succedere da noi». Ma nonostante le minacce di sfratto, i visoni tiburtini non danno alcun segno di voler abbandonare l’Aniene e di tornare negli States!

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