E per gli inglesi diventa il giorno più frenetico

Lo stile British non si vede più dalla domenica. Il tè alle cinque, con qualche dolcetto ipercalorico di contorno, l’arrosto nel forno, pronto a essere servito in tavola per il pranzo, sono ricordi. Sono quelli degli anni Sessanta.
Oggi ci sono manager - uomini e donne - che lavorano tutta la settimana e, la domenica, vogliono divertirsi. Il sabato, anche. Però il sabato, un pochino, si riposano. La domenica - Sunday, primo giorno della settimana anglosassone - è funday, la giornata del divertimento. Lo hanno raccontato i diari, scritti nel 1961, di 3.500 sudditi di Elisabetta II, e quelli compilati da diecimila inglesi quarant’anni dopo, nel 2001. L’Istituto di ricerca sociale ed economica dell’università di Essex li ha messi a confronto e, l’anno scorso, ha decretato ufficialmente la morte della domenica britannica, quella fatta di messa, pranzo fino alle due, donne impegnate nei lavori di casa, mariti alle prese con il bricolage. O il giardinaggio, vera occupazione dei signori inglesi con villetta familiare, con tanto di staccionata, quella da ridipingere regolarmente, come nei fumetti e nei gialli. I diari degli inglesi del ventunesimo secolo parlano di una mattinata domenicale trascorsa in palestra, seguita dal brunch al pub e, poi, dal cinema (o da una visita a un museo). Nel pomeriggio, la vera meta sono i negozi: negli anni Sessanta, gli adulti dedicavano 20 minuti al giorno allo shopping, nel 2001 il tempo riservato alle spese è più che raddoppiato, fino a una media di 50 minuti quotidiani. Un’abitudine diffusa, alla pari, fra uomini e donne, con le signore sempre meno legate alla casa e ai lavori domestici che, qualche decennio fa, le impegnavano invece per quasi tutto il giorno festivo. Ora, i pasti non sono più un problema: il pranzo è un brunch, non a casa, ma al pub, mentre, per la cena, si può rimediare qualcosa al take-away. C’è chi, a Londra, va al mercatino di Camden apposta: prima un giro fra le bancarelle, a caccia di offerte e abiti vintage, poi una puntata al ristorante indiano, thailandese, libanese, messicano.

Tutto il cibo internazionale in mostra nella capitale può funzionare, pur di non cucinare l’arrosto. Troppo vecchio stile. È il giorno del riposo, quello vero: il dito si può alzare, ma solo per tirar fuori la carta di credito. Piuttosto, meglio annoiarsi.

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