E a Jesi si assumono stranieri

In un’azienda marchigiana di carni avicole, la Fileni, troviamo esattamente l’inverso della delocalizzazione: qui si parlano quaranta lingue diverse, e anche uno dei sindacalisti, Mohammed Elhasani, è di origine straniera. Con oltre il 45% di lavoratori stranieri, l’azienda - di proprietà italiana - ha uno dei tassi più alti di dipendenti extracomunitari, circa 454 cittadini provenienti da 41 differenti Paesi extra europei. Gli stranieri della Fileni vengono occupati in tutti i settori aziendali: il 10% è impiegato, l’8% è capo reparto e l’82% è operaio. Dalla seconda metà degli anni Novanta, infatti, l’azienda ha cominciato ad assumere sempre più manodopera straniera passando poi da 410 unità su 1.000 dipendenti nel 2003 a 454 su 1.000 nel 2005. Le nazionalità: cinese (96 dipendenti), nigeriana (84), romena (58) e senegalese (34).

Grazie a una politica volta a sviluppare le potenzialità di tutti i lavoratori e, in particolare, degli stranieri che hanno diritto a chiedere un giorno di ferie per la festa della propria religione, a utilizzare il Tfr non solo per l’acquisto della prima casa ma anche per le spese riguardanti il ricongiungimento familiare. Nata a Jesi per opera di Giovanni Fileni nel 1978, l’azienda oggi è quarta in Italia per fatturato nel proprio settore, con circa 200 milioni di aggregato.

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