E l’Inghilterra finisce sott’acqua: «Una catastrofe»

Il Tamigi rischia di straripare. Senza servizi 420mila cittadini. Danni per 2,7 miliardi di euro

da Londra

Villaggi sommersi, contee isolate, ospedali evacuati, migliaia gli sfollati. E ancora, strade chiuse, voli cancellati, collegamenti ferroviari sospesi. Oltre 420mila cittadini senza acqua né elettricità.
Danni pari a 2.7 miliardi di euro, 1.4 il preventivo per evitare il ripetersi di una simile calamità ambientale in un futuro prossimo. Un bilancio drammatico che solo in parte delinea i confini della sciagura che si è abbattuta sull'area sud-occidentale dell'Inghilterra, sommersa dalle piogge torrenziali cadute negli ultimi quattro giorni. La più grave alluvione registrata negli ultimi 60 anni in Gran Bretagna, dove lo stato d'emergenza sembra lontano dal rientrare. Due fiumi, il Severn e il Tamigi, sono ancora a rischio di straripamento, con danni ancor più grave per due città (Gloucester e Oxford) già duramente colpite dall'alluvione, mentre per il prossimo fine settimana si prevedono nuove pesanti precipitazioni.
Tutto è cominciato nel pomeriggio di venerdì scorso quando in due sole ore si è riversata su alcune regioni del paese (Oxfordshire, Worcestershire, Warwickshire e Gloucestershire) una quantità d'acqua pari a quella che di solito cade in un mese. Una colossale alluvione che ha mandato in tilt la rete dei trasporti. Centinaia i voli cancellati a Heathtrow, traffico paralizzato, strade inagibili, automobili sommerse, treni fermi in stazione, proprio nel week-end del grande esodo estivo.
Per fronteggiare l'emergenza inondazioni, il governo di Gordon Brown ha messo in atto «la più imponente operazione di soccorso nella storia del paese in tempo di pace». Il massiccio impiego di elicotteri della Royal Air Force intervenuta per il salvataggio di centinaia di cittadini rimasti bloccati nelle proprie abitazioni, oltre allo stanziamento straordinario di 300 milioni di euro, non hanno comunque scongiurato le critiche mosse dall'opposizione e dagli organi di stampa.
Nonostante le rassicurazioni del Primo ministro, ieri volato nelle zone alluvionate del Gloucestershire, il suo esecutivo è stato messo sotto accusa per la lentezza dei soccorsi e l'inadeguatezza delle misure di prevenzione. L'ufficio meteorologico aveva infatti avvertito con due giorni di anticipo l'arrivo di eccezionali precipitazioni in aggiunta alle quotidiani piogge di tipo monsonico: un avvertimento rimasto colpevolmente inascoltato. «La pioggia è un atto di Dio ma la risposta del governo è sotto il nostro controllo», ha dichiarato il leader dei conservatori, David Cameron. Altrettanto netta la denuncia del deputato conservatore John Redwood del Berkshire, una delle regioni alluvionate: «Non c'erano sacchi di sabbia, né pompe, e i fossati non erano stati sgomberati».
Accuse rintuzzate da Lady Young, responsabile dell'Agenzia per l'ambiente, secondo la quale il governo non avrebbe potuto fare di più per contrastare le «imprevedibili» piogge torrenziali.
E mentre la protezione civile è impegnata notte e giorni nelle operazioni di soccorso, si cominciano a calcolare i danni.

L'Agenzia per l'ambiente ha calcolato che servirà almeno un miliardo di sterline per scongiurare nuove alluvioni, mentre le compagnie d'assicurazioni prevedono danni alle proprietà private come alle infrastrutture pubbliche per una cifra che sfiora i due miliardi di sterline.

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