E l’Italia fa vedere meglio il mondo: esportazioni per due miliardi di euro

Laura Verlicchi

da Milano

Sei miliardi il giro d’affari mondiale, due miliardi l’export italiano: bastano queste cifre per attribuire agli occhiali made in Italy la leadership indiscussa del mercato. Un successo che dura ormai da vent’anni, di pari passo con quello delle griffe: che sono poi, insieme alla grande specializzazione tecnologica, il principale ingrediente di questo riuscito cocktail.
Infatti - e la trentaseiesima edizione, appena conclusa, del Mido, il più grande salone internazionale del settore, lo ha dimostrato ancora una volta - non c’è maison, italiana o straniera, che non abbia la sua linea di occhiali: diversissime l’una dall’altra quanto le collezioni che portano lo stesso marchio, ma tutte fabbricate in Italia. Anzi, per essere più precisi, nel Nord Est: è lì che sono nate e cresciute le cinque aziende che hanno messo la tecnologia al servizio della creatività, capitanate dal colosso Luxottica, seguito da Safilo, De Rigo, Marcolin e Allison. Si assiste così ad un fenomeno curioso: maison di antica rivalità che «vedono» grazie allo stesso produttore, occhiali cult per giovanissimi e lenti blasonate che nascono, per così dire, nella stessa culla.
La spiegazione è semplice: gli occhiali, a differenza dell’abbigliamento e degli accessori, richiedono una estrema specializzazione e un know how insostituibile, sia per la produzione che per la distribuzione. Ecco perché anche i più grandi nomi della moda ricorrono al sistema delle licenze. Sarà poi l’azienda produttrice a liquidare allo stilista la percentuale di royalty stabilita al momento della firma del contratto.
La posta in gioco è alta e sulle licenze le grandi aziende dell’occhialeria non cessano di darsi battaglia. L’ultimo - per ora - combattimento è stato vinto, il 27 febbraio, da Luxottica che ha «sfilato» Ralph Lauren a Safilo, garantendo allo stilista più amato dagli americani il pagamento anticipato delle royalty che matureranno nel corso dell’accordo (operativo da gennaio prossimo). Un «divorzio» che ha fatto scalpore, quanto quello, in un passato recente, fra la stessa Luxottica e Giorgio Armani, conquistato dal rivale Safilo dopo anni di matrimonio apparentemente indissolubile. In questo vorticoso valzer le entrate di nuove coppie sono all’ordine del giorno. Vedi Tom Ford e Marcolin, un accordo il cui solo annuncio, un anno fa, ha fatto sospendere al rialzo il titolo dell’azienda di occhialeria: il mercato aveva subito valutato l’impatto positivo sui fatturati del gruppo del ritorno sulla scena dello stilista che ha rilanciato Gucci e per dieci anni ha dominato la scena della moda. Un «colpo da maestro», ma non l’unico.

Ferrari e Web sono infatti le ultime licenze conquistate da Marcolin, che ha anche rinnovato quella con Kenneth Cole. Tra le coppie di lunga data, invece, Max Mara e Safilo hanno appena rinnovato il contratto fino al 2013.

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