E la Lega candida l’orefice Maiocchi

In campo alle Provinciali per la sicurezza, con la Lega Nord. «Non sono un simbolo, voglio solo lottare per la sicurezza», si schermisce Giuseppe Maiocchi, e assicura: «È solo una coincidenza se la candidatura è stata annunciata dopo i fatti di Cinisello Balsamo, io ho deciso da un mese, e le mie idee sono vicine a quelle della Lega da 20 anni». Nel 2004 Maiocchi subì una rapina: un montenegrino entrò con una «spaccata» nella sua gioielleria di via Ripamonti. Il figlio sparò e uccise il malvivente. Sono stati entrambi condannati con la condizionale: lui a un mese per lesioni colpose, il figlio a un anno e sei mesi per omicidio colposo. La pubblica accusa aveva chiesto per entrambi una condanna a 10 anni di reclusione. «Nessuno è nato per uccidere - ha ribadito lui - i rimorsi resteranno per tutta la vita.

Però continuo a ritenere che ero in pericolo e, quando mi chiedono se lo rifarei, rispondo che in una situazione di pericolo è diritto di una persona difendersi. Oggi nessuno può dirsi davvero sicuro». «Non c’è proporzione - ha aggiunto - l’aggredito è trattato peggio di chi aggredisce. Il buonismo? È assurdo che ci sia per chi commette reati, e mai per chi li subisce».

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