Politica

E mamma Silvia sarà il nostro «Soldato Jane»

Pietro Balducci

da Milano

Partiranno in tanti, forse tremila. E ci saranno anche loro, le donne-soldato. Sono una decina, appartengono al reggimento Lagunari Serenissima, quello che verrà schierato sul terreno nella fase iniziale della missione italiana in Libano. Sono fuciliere, mortaiste e conduttrici, esattamente come i loro colleghi maschi. La più famosa, già avvezza alle foto sui giornali, è lei, Soldato Jane, al secolo Silvia Di Siervi, 24 anni da Galatina (Lecce), una figlia da un anno e mezzo e un marito, sergente maggiore del battaglione San Marco, conosciuto due anni fa in Irak, a Nassirya, durante l’operazione Antica Babilonia 4. Lei è l’unica donna ad avere superato a pieni voti il corso di preparazione per entrare a fare parte della neonata Forza di proiezione del mare, formata dai Lagunari e dai Marò del San Marco.
Anche per questo l’hanno soprannominata Soldato Jane, come il personaggio del film di Ridley Scott interpretato da Demi Moore. Lei quel film ha ammesso di averlo visto e di essercisi ispirata. «Mi ha dato una gran carica a diventare quella che oggi sono» ha ammesso qualche mese fa, in una delle sue numerose interviste. Cioè la prima marine dell’esercito italiano.
Per diventarlo, Silvia, arruolata nel 2002, ha dovuto superare un corso di qualificazione anfibia nei Lagunari che non prevede sconti al gentil sesso: marce veloci di 8 km con uno zaino di 10 kg, salti da almeno 4 metri in acqua, tecniche di guado con equipaggiamento completo, nuoto operativo e sopravvivenza in acqua, un minimo di 3 trazioni alla sbarra, arrampicate su scogliere e pareti di roccia e impiego di esplosivi. Più o meno tutto quello che le occorrerà per districarsi nel ginepraio della situazione libanese. La sua chiamata in Libano non è ancora ufficiale, anche se molto probabile.
Dal punto di vista operativo, è previsto che, data la quantità di materiali - tra i quali una decina di Aav7, i mezzi anfibi cingolati già utilizzati dai Lagunari in Irak per il pattugliamento dell’Eufrate - uomini (e donne) e mezzi possano essere imbarcati direttamente in un porto dell’alto Adriatico.

Tutto questo non appena saranno stabilite le «regole d’ingaggio - cioè i limiti entro i quali si può aprire il fuoco e ingaggiare combattimento - e il governo avrà emanato il decreto legge per l’invio delle truppe.

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