E la «marcia dei 40mila» è già un film

Settembre 1980, Torino. La Fiat annuncia la cassa integrazione a zero ore per 23.000 operai. Inizia un lungo e durissimo sciopero che durerà oltre un mese e che segnerà un punto di svolta nelle dinamiche contrattuali (e di potere) tra il mondo operaio e l’impresa. «La signorina Effe» è una storia d’amore nello scenario della marcia dei quarantamila. La regista è Wilma Labate. È l’incontro tra Emma (Valeria Solarino, nella foto a fianco), impiegata della Fiat e Sergio (Filippo Timi), operaio impegnato in prima persona nelle lotte sindacali. Emma, ad un passo dalla laurea in matematica, è fidanzata con un ingegnere dell’azienda torinese, Silvio (Fabrizio Gifuni). La continua attrazione e repulsione che Emma prova per Sergio diventa il simbolo delle paure ma anche dell’interesse per il movimento operaio. La scoperta dell’ideologia, in Emma, si confonderà con i sentimenti, portandola a rimettere in discussione la sua vita e le sue aspirazioni borghesi. Anche se non le concederà la forza per arrivare fino in fondo alle proprie scelte. Tornare a parlare di operai e del lavoro in fabbrica in un momento in cui il lavoro precario sembra la sola realtà possibile significa fare i conti con la propria storia.

Wilma Labate sceglie un registro narrativo a metà strada tra la fiction e il documentario, inserendo materiale d’archivio originale (servizi del tg, filmini in super8, una vecchia pubblicità della Fiat) nel tessuto del racconto.

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