Viene spontaneo chiedersi cosa si provi a salire sul palco dopo una vita di trionfi, di concorsi internazionali, di applausi scroscianti e infiniti. Crediamo tanta emozione, sempre. Martha Argerich, perfetta, sublime, senza emozione non regalerebbe quei momenti estatici che solo ascoltandola si provano e che laltra sera abbiamo vissuto tutti, in platea e in galleria, ma anche sulle scale, in piedi in fondo al teatro, affacciati ai palchi laterali: settimo concerto della Gog, sponsorizzato da UBS e unica tappa italiana della tournée mondiale della UBS Verbier Festival Orchestra.
Il Carlo Felice era gremito, tanta, tantissima gente è voluta entrare anche senza posto a sedere, perché ascoltare la Argerich è un evento irripetibile; ce ne siamo accorti una volta di più. Ha suonato il terzo concerto di Prokof'ev in maniera impeccabile, direi che quasi impossibile è immaginare altra interpretazione altrettanto pregnante, così viva, energica e allo stesso tempo delicata, eterea. Contrasti sonori perfetti, abbiamo sentito dei «forti» veri, brillanti, mai però pestati o sgraziati, e abbiamo goduto di «piano» improvvisi di una leggerezza incomparabile, un panno di seta sui tasti, una dolcezza e una sonorità prive di sbavature. Lei è esuberante, una personalità prorompente, un cavallo che scalpita, che ha voglia di liberare un'incontenibile energia; qualsiasi orchestra sarebbe troppo stretta - e si badi, la Ubs Vfo è un'ottima orchestra - lei sembra voler uscire, scappare dalla gabbia, da sola riempirebbe qualsiasi sala da concerto. Ed oltre. Prokof'ev eccelso, «bis» altrettanto: Scarlatti, Toccata in re minore: le dita si muovevano sotto scosse elettriche, ribattuti veloci, precisi e pulitissimi. Insomma, meno male che c'è l'eccellenza, altrimenti la normalità non si giustificherebbe.
Ma veniamo all'orchestra - oltre 100 giovani da 28 paesi del mondo - diretta per l'occasione dal grandissimo Charles Dutoit (direttore musicale emerito dell'orchestra - direttore principale è invece James Levine), maestro di intense interpretazioni. «Symphonie Fantastique» di Berlioz, nulla da dire sulla pulizia del suono, sulla precisione dei passaggi e sull'accuratezza dei contrasti; un'orchestra che merita la fama internazionale che sta progressivamente guadagnando.
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