da Roma
«Se sarà approvata così comè, la Finanziaria conseguirà risultati notevoli», dice Tommaso Padoa-Schioppa nella sua replica alla Camera. Ma sostiene anche che «la possibilità di apportare modifiche va valutata positivamente, perché vi sono imperfezioni che possono essere corrette». Il cerchiobottismo è la cifra dellintervento del ministro dellEconomia nellaula di Montecitorio, forse perché come dice lui stesso «la Finanziaria è un oggetto complesso». È «ambiziosa, ma migliorabile». Non poteva risolvere tutti i problemi, ma è «un buon compromesso». È strutturale, come lo è stata - ammette Tps - lultima Finanziaria del governo Berlusconi. È stata sfruttata fino ai «limiti dellutilizzabilità». Ha provocato malumori, oltre che fra i cittadini, anche fra i ministri, «ma col tempo si riuscirà a separare limpopolarità iniziale dalla serietà e dal rispetto che il governo merita nel momento in cui compie scelte difficili e le propone al Paese».
Il ministro dellEconomia stordisce laula di parole, mentre i sottosegretari Letta e Sartor - nelle quinte dietro il palcoscenico - sputano sangue per far ritirare emendamenti, per suddividere 600 milioni fra legioni di postulanti, nel tentativo non si sa quanto convinto di far passare la manovra, almeno alla Camera, senza il voto di fiducia.
E mentre persino i metalmeccanici si preparano a scioperare contro la Finanziaria, Padoa-Schioppa rileva che, ad un mese dallavvio del dibattito parlamentare sulla manovra, «i fuochi critici si sono spenti ad uno ad uno». La Finanziaria, spiega, è stata capita dagli organismi internazionali, come la Commissione europea, e dai mercati, «lo dimostra il fatto che quando due agenzie hanno abbassato il rating sui conti pubblici, i mercati non si sono mossi». La Finanziaria è «strutturale», come lo è stata lultima del governo Berlusconi, dice ancora Padoa-Schioppa, «mentre quelle degli anni precedenti sono riuscite soltanto ad azzerare lavanzo primario». Un parziale riconoscimento, che però Giulio Tremonti non ascolta, lasciando la guida dellaula a un altro vicepresidente, Giorgia Meloni di An, poco prima dellintervento del ministro dellEconomia.
«Siamo stati obbligati a scontentare lopinione pubblica per risanare i conti», dice a sua volta il premier Romano Prodi in unintervista allExpress: «Fra sei mesi - aggiunge - gli italiani cominceranno a capire». Il richiamo alle scelte «dolorose ma necessarie», viene anche dal superviceministro delle Finanze, Vincenzo Visco.
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