E Pecoraro si lamenta: «Penalizzato l’ambiente»

Il ministro: «Il nostro è un sì condizionato, serviva più attenzione su sanità e giovani. Bene l’inversione di rotta per il ponte sullo Stretto»

da Roma

Ha votato «sì». Ma un sì «condizionato», per la poca attenzione riservata all’ambiente, per i fondi, partiti da «zero», strappati solo dopo «un duro scontro» in Consiglio dei ministri, e per due anelli deboli della manovra che ora passa al Parlamento: la sanità e la scarsa attenzione ai giovani. Così racconta il ministro dell’Ambiente, il verde Alfonso Pecoraro Scanio la prima Finanziaria del governo Prodi, una discussione in cui vi sono stati momenti «in cui c’è stato il serio rischio che non votassimo la manovra». E che, a suo avviso, presenta ancora «pezzi di tremontismo» che vanno eliminati in Parlamento, oltre a battaglie da intraprendere «su sociale e ambiente».
Ministro Pecoraro Scanio, quali sono le vostre condizioni?
«Il mio è stato un sì condizionato perché è assurdo essere costretto a minacciare di non votare una Finanziaria per ottenere quello che nei patti e nel programma era stato già previsto. Abbiamo dovuto alzare molto il livello dello scontro sui temi dell’ambiente, altrimenti rischiavamo di vedere confermati i tagli della precedente Finanziaria. Ho detto che se bisognava votare la manovra di Tremonti, allora i cittadini avrebbero votato Tremonti. Il paradosso è che il ministero dell’Economia confermava le linee della precedente Finanziaria. Mi attendo ora dal governo e dalla maggioranza una maggiore attenzione. Sono molto contento del definanziamento del ponte sullo Stretto e il fatto che questi fondi vadano anche alla prevenzione del territorio, agli incentivi all’ecoedilizia, alla mobilità ecosostenibile, fondi ottenuti con un energico braccio di ferro».
Cosa pensa dell’obbligo al pagamento in pronto soccorso per gli ingressi in «codice bianco» e dell’aumento dei ticket delle visite specialistiche?
«Uno dei punti che ci ha obbligati al sì condizionato è la sanità. Vogliamo sapere perché il governo ha accettato il diktat delle Regioni e abbia ceduto all’imposizione dei ticket. Pur di avere un buon rapporto con le Regioni, e subendone le pressioni, ci si è accollati questo provvedimento molto odioso. Credo che sia giusto intervenire invece sulle megaconsulenze e sui clientelismi che nella sanità sono un vero e proprio scandalo nazionale e che riguarda tutte le Regioni, senza differenze politiche. Sulla sanità ci saranno energiche azioni parlamentari. Devono essere tagliati gli sprechi, non i servizi».
Più pagamenti previdenziali per i Co.co.co e aliquote alzate senza detrazioni per giovani e single che guadagnano meno di 40mila euro l’anno. Non le sembra una Finanziaria poco «giovane»?
«In Parlamento chiederemo molta più attenzione per il sociale e per i giovani. C’è ancora troppo rilievo dato al cuneo fiscale e poco a giovani, sociale, innovazione e ambiente. Vogliamo capire anche se c’è un capitolo sulle coppie di fatto. Qualora non vi fosse una detrazione specifica, chiederemo che in Parlamento sia sostenuta».
Cosa le piace e cosa non le piace di questa Finanziaria?
«Le cose positive: una maggiore attenzione a chi guadagna meno e il definanziamento del ponte sullo Stretto. La negativa, oltre a quelle citate, la scarsa attenzione alla mobilità sostenibile e alla difesa del suolo. È fastidioso vedere che non c’è una consapevolezza su questi aspetti e dover piantare un casino per avere una cosa che porterebbe un ampio risparmio di spesa per il Paese».
Come valuta la scure sul ceto medio?
«Non mi risultano aggravi per chi guadagna tra i 40 e i 70mila euro, e sinceramente definire ceto medio il 2% della popolazione sarebbe azzardato. Comunque mi interessano i poveri che ridono, non i ricchi che piangono».


Come insisterete su un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale?
«Investire su nuove attività d’impresa utili all’ambiente, aprire centinaia di cantieri con i giovani per mettere in sicurezza le zone franose può mettere in moto l’economia almeno quanto il cuneo».

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