E poi arriverà il festival della fiction

C'è un progetto nascosto dietro la macchina da guerra del festival cinematografico romano voluto da Veltroni. L'obiettivo è l'assalto al monopolio televisivo di Milano. La strategia è stata elaborata dal sindaco Veltroni, dal presidente della provincia romana Gasparra e dal presidente della Regione Lazio Marrazzo. Altro che Venezia. La guerra ci sarà, è vero, ma sarà contro il predominio mediatico della capitale lombarda.
La battaglia sarà combattuta in due modi. Uno è stato già annunciato: si tratta del mercato dell'audiovisivo che da Via Veneto, durante la Festa del cinema di Roma, riporterà in Italia gli operatori internazionali che nel passato il milanesissimo Mifed aveva clamorosamente disgustato e fatto scappare. L'altro è noto solo in parte. Per il momento sui giornali è stata pubblicata infatti solo una mezza notizia: Roma, dopo quello del cinema, avrà un altro festival altrettanto clamoroso e ridondante, quello della fiction televisiva. Uno schiaffo alla placida sicurezza dei milanesi. Forti del colosso Mediaset, della sezione tv del Centro Sperimentale di Cinematografia voluta da Alberoni, e della massiccia presenza del mondo della pubblicità, i milanesi da anni si sentono inespugnabili. È uno dei motivi di fondo che hanno portato alla morte per inedia del Mifed. Tanto chi vuoi che metta su un mercato alternativo in grado di far concorrenza a Cannes e a Los Angeles – Santa Monica, si saranno detti con un'alzata di spalle gli addetti ai lavori di Milano. Detto fatto, Veltroni si è dimostrato all'altezza della situazione e ha fatto propria la sfida. Adesso, superato il clamore mediatico e di business del festival cinematografico di Roma, prenderà vita l'altro progetto parallelo, quello del festival della fiction. Dietro, ad animare le fila della nuova iniziativa, insieme con Marrazzo (ex volto della Rai prestato alla politica), ci saranno due personaggi che uniscono competenze e motivazioni. Per la Regione Lazio è Francesco Gesualdi, già direttore generale di Cinecittà Holding insieme con Abete, e ora ascoltato segretario generale della giunta regionale. Un posto che Marrazzo ben volentieri gli ha assegnato dopo che Gesualdi, come consulente della comunicazione, lo aveva supportato nella vittoriosa campagna elettorale. L'altro, in rappresentanza del mondo televisivo, è Carlo Bixio della Publispei (produttore di svariate edizioni di Sanremo e ora in televisione con la sit-com, romanesca non a caso, de I Cesaroni). Bixio, vicepresidente dell'Apt, la lobby dei produttori televisivi, ha cercato per settimane il nuovo presidente della sua associazione. Prima c'era Claudio Cappon, ora direttore generale della Rai. Per il futuro Bixio ha trovato niente meno che Fabiano Fabiani, uno che conosce bene i palazzi romani. Si tratta di un'ulteriore segnale delle ambizioni anche del festival della fiction che Bixio e Gesualdi stanno organizzando. La manifestazione avrà un budget superiore alla festa del cinema di Roma (almeno dieci milioni di euro) e proporrà in anteprima il meglio della produzione internazionale. Un salto di qualità in grado di confermare la ritrovata vitalità della capitale e, purtroppo, anche l'inedita apatia milanese.

Una città del business televisivo che però ormai da troppi anni sembra chiusa in sé stessa e sempre più lontana dalle nuove strategie di politica culturale. Roma si appresta a diventare la vera capitale di cinema e tv. Business compreso. Milano invece sta a guardare.

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