E Pound si scoprì poeta. Ma "A lume spento"

Torna la prima raccolta dell'autore dei "Cantos". In nuce c'è già la ricerca di un mito moderno

E Pound si scoprì poeta. Ma "A lume spento"
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Generalmente conosciuto e apprezzato come l'autore dei monumentali Cantos, che sono il tentativo di creare un'epica americana, Ezra Pound iniziò il cammino di poeta con una ricca e apprezzabile produzione lirica che merita ancora di essere conosciuta. Giunto in Europa nel 1908, con pochi soldi in tasca e tanti sogni in testa, il ventitreenne esteta americano, non compreso né pubblicato in patria, approda a Venezia, città ancora ricca di charme e fecondo motivo di ispirazione per le sensibilità tardo-romantiche allora di moda. Rinunciando a fare un giro in gondola, e probabilmente saltando anche qualche pasto, Pound decide di investire buona parte dei suoi risparmi pubblicando, a sue spese, le poesie che aveva scritto negli Stati Uniti. Si rivolge quindi all'editore veneziano A. Antonini, che stampa la sua opera d'esordio, curiosamente intitolata in italiano: A lume spento. Tirata in 150 copie, quell'edizione non ha grande successo, tanto che lo stesso Pound ha la tentazione di "buttare il lotto a mare" come ricorda in uno dei Canti pisani, ma per fortuna si trattenne: infatti, se una delle poche copie superstiti approdasse oggi al mercato antiquario, sarebbe contesa a cifre da capogiro dai bibliofili di tutto il mondo.

Bene ha fatto, quindi, l'editore Lindau a pubblicare la prima traduzione italiana completa di quella raccolta (pagg.520 euro 38), curata brillantemente da Pietro Comba, un giovane studioso che ha dettagliatamente analizzato ogni componimento. Una delle informazioni più interessanti per il lettore riguarda i numerosi collegamenti con quella che sarà la produzione matura di Pound, ricca di temi già presenti in questa opera prima. Curiosamente, il titolo stesso annuncia profeticamente quelli che saranno sia gli interessi, sia il destino personale dello stesso Pound. "A lume spento", infatti è un emistichio dantesco (Purgatorio XXXI,v.97) che fa riferimento al modo in cui venivano sepolti gli eretici e gli scomunicati, appunto con i ceri spenti e capovolti, fuori dalle mura della città. Dante sarà studiato e apprezzato da Pound per tutta la vita, e Pound stesso, mai condannato ma ciononostante inesorabilmente giudicato eretico, dopo la lunga detenzione in manicomio criminale sarà privato della personalità giuridica e affidato alla custodia della moglie Dorothy.

A lume spento custodisce alcune poesie ancora molto pregevoli, nonostante il severo giudizio di Pound, che nel 1964, quando vennero ripubblicate in lingua inglese, le definì "una raccolta di bignè stantii". Oggi, a mezzo secolo dal giudizio impietoso dell'Autore, possiamo solo dire che una delle liriche qui pubblicate, Aegupton è diventata una apprezzata hit della cosiddetta musica alternativa (Janus, De Aegypto), mentre i versi della Ballad for Gloom (Ballata della malinconia) suonano ancora straordinariamente affascinanti: chi non vorrebbe, infatti, un "Dio, il nostro Dio, come un galante rivale/che gioca dietro il velo"? Con il quale "giocare per una donna, scommettere per la verità" e soprattutto con il quale "sguainare la lama dove i fulmini si incontrano", perché non è importante vincere, ma solo combattere, dato che "chi perde a duello con Dio/vincerà alla fine del gioco".

I versi che chiudono la raccolta, infine, sembrano scritti apposta per i tempi

aridi e cupi che stiamo vivendo: "Rafforzate gli antichi sogni/ affinché questo nostro mondo non si perda d'animo". Peccato che gli "antichi sogni" siano, apparentemente ,svaniti da un pezzo, almeno nel cosiddetto Occidente.

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