Aeroporto di Fiumicino, ieri, metà pomeriggio. Forse una cosa del genere (come tante altre per la verità) Ruby non se la sarebbe mai immaginata. Così una megainchiesta giudiziaria ha creato una «star». Tunnel dedicato a chi prende il volo per Milano Linate: Ruby, la marocchina più famosa in circolazione, vero nome Karima El Mahroug, evita la solita trafila del rullo, del check in, del controllo manuale se squilla lallarme e di tutte quelle cose lì. E passa di fianco, a lato, mentre gli agenti di sicurezza guardano allibiti.
Ma come? Proprio lei? La ragazza, diciottenne è accompagnata da unaltra donna, intorno ci sono uno, forse due agenti di polizia. Il tutto è nel massimo della tranquillità, per carità. Nessuna ressa. Niente di niente. È vestita sulle nuance del beige, un bel paio di stivaloni. E così, più o meno, la sua accompagnatrice. Gli occhi bassi. Rapida trafila e poi puf! Ruby sparisce nel fluire dei passeggeri frettolosi.
La segue una scia di mistero. È la ragazza del momento, ma non come forse avrebbe voluto, di sicuro non come riesce a gestire. Ed è al centro di un gioco più grande di lei nel quale molti sfruttano ciò che fa comodo sfruttare senza neppure considerare la realtà dei verbali o quantomeno linevitabile riservatezza che dovrebbe proteggere ogni indagine.
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