E Ryanair minaccia di dire addio all’Italia

da Milano

Il governo sta mettendo a punto il piano degli aeroporti e, stando alle indicazioni fin qui emerse, si tratterà di una riclassificazione che distinguerà aeroporti nazionali e internazionali. Per i piccoli scali, cresciuti al di là di ogni aspettativa negli ultimi anni sull’onda del successo delle compagine low cost, potrebbe significare rivedere radicalmente la propria attività, e per le compagnie potrebbe comportare una seria revisione del proprio network. Non è un mistero che il provvedimento nascerà con un’intenzione protezionistica sottostante: avvantaggiare Alitalia penalizzando le low cost e in particolare Ryanair, che continua a espandersi senza soste. «L’Italia per noi è il secondo mercato, con 10 milioni di passeggeri (su 42 globali) nel 2006, cresciuti del 33% rispetto di 7,5 del 2005 (su 35). Per il 2007 prevediamo che l’Italia pesi con 12 milioni su un totale di 55» spiega Bridget Dowling, responsabile marketing del Sud Europa. «Stiamo aspettando di vedere il piano, ma se per noi fosse troppo penalizzante potremmo anche entrare nell’ordine di idee di rinunciare. Siamo presenti in altri 23 Paesi e abbiamo la coda di aeroporti che vogliono i nostri collegamenti. Noi siamo specializzati proprio in voli internazionali da piccoli aeroporti: se ci fossero delle restrizioni...». Insomma: potremmo anche andarcene dall’Italia. Chiediamo: siete stati contattati dal governo, come parte in causa? «No, né invitati né sentiti». Preoccupati? «No, aspettiamo di vedere il piano. È chiaro che solleveremo ogni eccezione che ci sembrerà legittima». E Bridget aggiunge: «La nostra vera preoccupazione è dare sempre ai passeggeri le tariffe più basse; non accetteremo condizioni che ci costringano ad alzarle».


Ryanair nel periodo natalizio ha venduto 1,5 milioni di biglietti, un terzo più dell’anno scorso. E festeggia il successo distribuendo biglietti gratis per il periodo delle liquidazioni: 500mila riservati ai clienti italiani.

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