Cronache

E Scalzone studia la rivolta con gli anarchici

E Scalzone studia la rivolta con gli anarchici

Già Oreste Scalzone al centro sociale Zapata fa pensare. Anzi, autorizza qualsiasi opposizione polemica. Ma se l’ex terrorista, mai pentito, arriva a Genova ed è protagonista di un dibattito, nella sede degli anarchici dal titolo «Italia '77 Europa '07. Dall'assalto al cielo ai conflitti nella metropoli globale», beh, la faccenda si complica non poco. Eppure l’appuntamento è già fissato, a pochi metri da quei muri che da ieri mattina sono stati imbrattati con scritte rivolte contro l’arcivescovo Angelo Bagnasco, contro il cardinal Camillo Ruini, con scritte di minacce di morte per il presidente della Cei. Giovedì sera alle 20, l’ex leader di Potere Operaio, rientrato in Italia perché i reati a lui contestati (era stato condannato a 16 anni per fatti di terrorismo) sarà al centro sociale Zapata di Sampierdarena.
E soprattutto parlerà del passato come di qualcosa che non è finito. Anzi, è come se il futuro più prossimo dovesse prendere proprio spunto da quanto accaduto trent’anni fa in Italia. Il tam tam che corre su Internet a proposito di questo convegno è, se possibile, ancora più esplicito: «I territori e le nuove forme di conflitto: quali prospettive per quale futuro? - sono i motivi di confronto tra anarchici e Scalzone -. La rivolta delle banlieux: crisi di un modello di cittadinanza e irruzione di un nuovo soggetto. Il 77 trent'anni dopo: una questione ancora aperta?». Rivolte, conflitti, il ritorno degli anni di piombo. Temi che a Genova fanno ancora più paura. Perché proprio a Genova era nata una delle colonne più potenti delle Brigate Rosse, e perché oggi a Genova torna quella violenza, per fortuna al momento limitate alle scritte sui muri, firmata da falce e martello e stelle a cinque punte.
E Genova intanto resta un punto di riferimento anche per quella sinistra radicale che guida ai «Movimenti». Nulla a che vedere con il passato di Oreste Scalzone, ma anche Franco Turigliatto, il senatore di Rifondazione coprotagonista della caduta del governo Prodi in nome della politica estera antiamericana, sarà domani alla comunità di San Benedetto al Porto. All’ordine del giorno, la linea più intransigente dei «ribelli» della maggioranza: «Via dall’Afghanistan subito» è il refrain imperativo di un’assemblea dibattito ospitata da don Andrea Gallo che farà gli onori di casa insieme a Norma Bertullacelli. Domani pomeriggio alle 17.30, alla sala del Zingari, ci sarà anche il compagno Aurelio Macciò, coordinatore del dibattito, ma noto in questi giorni per aver posto i suoi distinguo alla solidarietà espressa dal consiglio provinciale di Genova a monsignor Angelo Bagnasco, fatto oggetto di pesanti scritte sui muri della città.

Genova al centro del dibattito politico, dunque, anche se non per meriti degni di particolare vanto.

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