Lidea era venuta tempo fa ad una colonna del giornalismo parlamentare e del sindacato, di solida formazione comunista. Rimasta sempre nel limbo risuonando bizzarra ai più, è stata fatta propria improvvisamente dal direttivo dellAsp, lassociazione dei cronisti parlamentari. Poteva il vertice cattocomunista, egemone nellassociazionismo dellinformazione, resistere alla nostalgia delle Frattocchie?
Rieccoli. Vogliono introdurre una modifica nello statuto, per istituire dei «seminari di studio e di aggiornamento sullattività parlamentare», obbligatori per i giornalisti che chiederanno liscrizione allAsp. Li ammetteranno «dopo aver valutato» la frequenza ai corsi, organizzati due volte lanno da lor signori. Spiegano che questa nuova scuola delle Frattocchie è necessaria perché i giornali e le tv «mandano spesso ragazzi ignoranti». Poco importa che la tessera di libero accesso in Parlamento sia concessa dallAsp solo ai giornalisti iscritti allOrdine, i quali hanno già superato un esame di Stato dopo aver studiato anche diritto pubblico e costituzionale. Non basta, la pulsione al controllo e alla rieducazione è troppo forte. È lo stesso direttivo della Stampa parlamentare a spiegare che «sono proprio la crisi del mercato editoriale e una sofferenza del giornalismo politico ad imporre una risposta forte in termini di qualità e di professionalità».
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