E la stampa parlamentare riesuma la scuola delle Frattocchie

E la stampa parlamentare riesuma la scuola delle Frattocchie

L’idea era venuta tempo fa ad una colonna del giornalismo parlamentare e del sindacato, di solida formazione comunista. Rimasta sempre nel limbo risuonando bizzarra ai più, è stata fatta propria improvvisamente dal direttivo dell’Asp, l’associazione dei cronisti parlamentari. Poteva il vertice cattocomunista, egemone nell’associazionismo dell’informazione, resistere alla nostalgia delle Frattocchie?
Rieccoli. Vogliono introdurre una modifica nello statuto, per istituire dei «seminari di studio e di aggiornamento sull’attività parlamentare», obbligatori per i giornalisti che chiederanno l’iscrizione all’Asp. Li ammetteranno «dopo aver valutato» la frequenza ai corsi, organizzati due volte l’anno da lor signori. Spiegano che questa nuova scuola delle Frattocchie è necessaria perché i giornali e le tv «mandano spesso ragazzi ignoranti». Poco importa che la tessera di libero accesso in Parlamento sia concessa dall’Asp solo ai giornalisti iscritti all’Ordine, i quali hanno già superato un esame di Stato dopo aver studiato anche diritto pubblico e costituzionale. Non basta, la pulsione al controllo e alla rieducazione è troppo forte. È lo stesso direttivo della Stampa parlamentare a spiegare che «sono proprio la crisi del mercato editoriale e una sofferenza del giornalismo politico ad imporre una risposta forte in termini di qualità e di professionalità».

Col paradosso che se Gianpaolo Pansa (nella foto), uno che ha insegnato a tutti come si decifra un congresso di partito e si racconta una seduta parlamentare, volesse commentare la politica dal vivo e frequentare i palazzi, dovrebbe seguire i corsi. Per entrare in vigore, la riforma delle Frattocchie deve superare il referendum che si terrà in autunno. Si spera che in un sussulto liberale, liberista e libertario, gli iscritti all’Asp la boccino.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica