inviato a Washington
Cresce leconomia mondiale, ma crescono anche i rischi allorizzonte. Il Fondo monetario internazionale rivede al rialzo le previsioni di sviluppo globale dal 4,3 al 4,9% e così il 2006 diventa il quarto anno consecutivo di crescita complessiva superiore al 4%. Tuttavia, per la prima volta, la bilancia dei rischi pende al ribasso: le conseguenze del rialzo dei prezzi petroliferi, protagonisti ieri di nuovi record sia a Londra (Brent a 74 dollari), sia a New York (Wti a quota 72,30) su crescita e inflazione, laumento dei tassi dinteresse, la possibile volatilità nei cambi, laggravarsi dei deficit pubblici, sono tutti elementi potenzialmente pericolosi. In particolare, osserva il World Economic Outloook, i prezzi del greggio restano «elevati e volatili»: il mercato dei future suggerisce che le quotazioni resteranno al livello attuale, ma non è affatto esclusa la possibilità che i prezzi superino quota 80 dollari «già alla metà di questanno», cioè fra pochi mesi. Diversamente dal passato, avverte il Fmi, stavolta limpatto sullinflazione potrebbe essere molto sensibile.
Le prime avvisaglie di tensioni sul fronte dei prezzi si sono registrate proprio ieri negli Stati Uniti. Linflazione «core», che non tiene conto dei prezzi volatili dellenergia e degli alimentari, ha visto in marzo un incremento mensile dello 0,4%. I prezzi energetici sono aumentati in un mese dell1,3%. Secondo il Fondo monetario, un incremento del 10% dei prezzi petroliferi comporta un taglio della crescita economica globale fra lo 0,10 e lo 0,15%. Dunque, per il capo economista del Fmi Raghuram Rajan un incremento di circa 10 dollari al barile rispetto al prezzo di riferimento (60 dollari) utilizzato per le stime del World Economic Outlook «avrà degli effetti sulla crescita». In quali misure, però, è difficile a dirsi. «Certo - aggiunge Rajan - le incertezze geopolitiche su Iran, Irak, delta del Niger, aggiungono incertezza». Un rovescio della medaglia, comunque, cè e riguarda larea più povera del mondo: laumento dei prezzi delle materie prime, in particolare del petrolio, sta spingendo lAfrica a una crescita economica del 5,8%, la più elevata da trentanni a questa parte. Ma anche lAmerica latina, con un tasso di sviluppo al 4,3% questanno, sta traendo profitto dallimpennata del greggio e delle altre materie prime.
Oltre al petrolio, fra gli squilibri globali in aumento il Fmi cita principalmente il deficit corrente degli Stati Uniti. Il riequilibrio potrebbe richiedere in futuro, secondo il Fondo, un «sostanziale deprezzamento» del dollaro e un apprezzamento delle divise dei Paesi in surplus, in particolare la Cina. È inoltre probabile un allargamento del differenziale nei tassi a breve fra gli Stati Uniti e altre aree del mondo.
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