Cronaca locale

E sulla spiaggia del Lido tanti ciak «alla milanese»

Il cinema italiano nasce a Torino, poi, all'avvento del sonoro, si trasferisce a Roma, con diramazioni dagli anni Trenta a Tirrenia e negli anni Quaranta con la Repubblica sociale a Venezia. In oltre un secolo, però, di film a Milano se ne sono girati tanti. E altrove dei milanesi ne hanno girati anche di più. Anche la Mostra di Venezia ospita così opere di autori milanesi o a sfondo milanese. Il documentario - ahinoi, a tratti recitato - di Marina Spada su Antonia Pozzi, Poesia che mi guardi, è stato sostenuto da un paio di enti locali, ma i dolori sentimentali ed esistenziali della Pozzi non si prestano a valorizzare la città. Anzi, fa pensare che essa induca al suicidio. Il compleanno, film di Marco Filiberti, milanese, si svolge fra quattro mura molto solari e mediterranee, durante una vacanza di due coppie: una andrà in pezzi per l'adulterio di un marito psicoanalista, attratto dal figlio - molto stile Dolce&Gabbana - dell'altra coppia. Non c'è seduzione gaia invece in Deserto rosa di Elisabetta Sgarbi, dedicata al fotografo Luigi Ghirri, e ne Il Piccolo di Maurizio Zaccaro, sull'omonimo teatro. Però sono tutte egualmente opere di nicchia. Per vedere un ampio frammento di storia ottocentesca di Milano, seppur ricostruita a Cinecittà, occorre passare alla più interessante rassegna della Mostra, la retrospettiva «Questi fantasmi 2», dedicata al rilancio di film d'epoca sottovalutati. Lo è per esempio Casa Ricordi di Carmine Gallone (1954), che ne percorre la storia dall'occupazione napoleonica agli inizi del '900. Impressionante il cast: se l'editore Giovanni Ricordi è Paolo Stoppa, Marcello Mastroianni è Gaetano Donizetti, Fosco Giachetti è Giuseppe Verdi e Gabriele Ferzetti è Giacomo Puccini. In un altro, La rimpatriata di Damiano Damiani (1963), la Milano che si vede è autentica, ma i personaggi non sono celebrità, anzi sono scontenti anche del loro relativo successo: reduci della seconda guerra mondiale, giunti alla quarantina, si ritrovano dopo anni di distacco attorno al meno fortunato nel lavoro, ma anche il più fortunato in amore, almeno nel senso che tante si sono innamorate di lui (Walter Chiari). Il film, molto amaro, fu prodotto dalla «22 dicembre», fondata proprio a Milano dal triestino Tullio Kezich, critico del Corriere della Sera fino alla recentissima scomparsa (è stato collaboratore anche di questa edizione della Mostra). Di Milano si parla spesso, senza però vederla, in Un eroe del nostro tempo di Sergio Capogna (1959), l'unico film italiano centrato su un reduce (Massimo Tonna) della Repubblica Sociale, che nella Firenze fra il 1945 e il ’46 si lega alla vedova di un caduto della medesima (Marina Berti). La storia prenderà una piega disperata proprio quando lui partirà per Milano per unirsi a camerati «pronti a insorgere»… Opera di un milanese, Dino Risi, è Un amore a Roma (1960), precedente dunque Il sorpasso (1962) ma non baciato da analogo successo. Ma stato un film dove Risi, allora quarantenne, ha messo nel protagonista - un aristocratico alle prese coi capricci dell'attricetta che gli piace -, molto di sé. E molto di Indro Montanelli, ma frazionato fra i vari personaggi, c'è ne I sogni muoiono all'alba (1961) da lui stesso scritto e diretto. D'impianto teatrale, fitto di dialoghi tesi che si svolgono in due stanze d'albergo a Budapest nella notte dal 2 al 3 novembre 1956 (quella dell'invasione sovietica dell'Ungheria), il film fu un fiasco commerciale ed estetico, al punto da chiudere il rapporto col cinema di Montanelli, sebbene nel 1959 Il generale della Rovere di Roberto Rossellini, scritto proprio dal giornalista, aveva vinto il Leone d'oro della Mostra, a pari merito con La Grande guerra di Mario Monicelli, altro film presentato nella retrospettiva: qui appare, nel ruolo del soldato milanese Giovanni Busacca, Vittorio Gassman, che avrà poi, grazie al milanese Risi, la sua consacrazione come attore comico con Il mattatore - in parte girato a Milano - e con Il sorpasso.

Si può sperare che la rassegna veneziana, realizzata grazie ai restauri dei film a opera della Cineteca nazionale, arrivi in autunno alla Cineteca Italiana di Milano.

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