E in Svizzera spunta la febbre dell’oro

Non sarà il Klondike, ma le viscere delle montagne attorno a Disentis, nella Surselva - nel Canton dei Grigioni, in Svizzera -, potrebbero custodire una certa quantità d’oro, abbastanza in ogni caso per spingere il gruppo canadese Murray brook minerals (Mbm) a proseguire le ricerche in vista dello sfruttamento commerciale del prezioso metallo. L’anno prossimo, l’azienda intende investire 2,5 milioni di franchi per eseguire nuove trivellazioni, come indica una nota, e per aprire, con buona probabilità, una miniera.
A convincere l’azienda nordamericana sono stati i risultati promettenti delle ricerche intraprese negli ultimi anni dai quali risulta che in questa zona potrebbero trovarsi quantità importanti di oro, in concentrazioni superiori a quelle rilevate nella regione del Napf, a cavallo dei cantoni di Berna e Lucerna. In particolare i tecnici hanno indicato come promettente la valle di Bova Gorda, non lontano da Disentis. I campioni prelevati in agosto contenevano 2,4 grammi d’oro per tonnellata di roccia. Tale concentrazione non è tuttavia ancora sufficiente per uno sfruttamento redditizio. Affinché tutta l’impresa dia benefici, si stima che la concentrazione debba essere di 8-10 grammi per tonnellata.
In ogni caso, stando al sindaco del comune, Dumeni Columberg, nella regione deve trovarsi un’importante vena aurifera, che potrebbe rivelarsi redditizia. La vena è difficile da localizzare, come hanno dimostrato i falliti tentativi esperiti da varie società negli ultimi 20 anni. Se Mbm dovesse riuscire a localizzare la tanto sospirata «miniera d’oro», il comune è pronto, ha assicurato Columberg.
Disentis e le località circostanti hanno infatti già adottato una legge ad hoc che definisce le condizioni per attribuire una concessione.
La Murray Brook Minerals Inc., che ha sede a Vancouver, ha rilevato la ginevrina MinAlp, che dall’estate del 2006 sta effettuando ricerche a Disentis, Sumvitg e Meldel-Lucomagno. Tale società era tuttavia giunta al limite delle sue capacità finanziarie e tecniche; per tale ragione le attività continueranno sotto l’egida della compagnia nordamericana.


Qualcosa di simile a quanto sta avvenendo oggi in Svizzera era accaduto dieci anni fa in Sardegna, dove la Sardinia Gold mining (Sgm), la società australiana titolare dei diritti di esplorazione aurifera per tutta l’isola, annunciò il progetto di aprire una seconda miniera ad Osilo nel Sassarese (dopo quella di Furtei, in provincia di Cagliari), mentre segnali promettenti arrivavano dal sottosuolo di Narbolia, nell’Oristanese. All’epoca, in due anni e mezzo di attività, la miniera di Furtei rese circa 2.500 chiligrammi di oro.

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