Tutta un’altra storia dai «cattolici liberali» di Cl che preferiscono il centrodestra. «Noi siamo tutti nostalgici di Martini. C’è molto rispetto e molto rimpianto, magari arrivasse un vescovo come lui...». A parlare è Valerio Onida, ex presidente della Corte costituzionale, amico di Giuliano Pisapia e suo sfidante alle primarie. È stato anche grazie ai voti catturati dal cattolico Onida che Stefano Boeri è stato sconfitto da Pisapia. Adesso tutti si aspettano che questa anima cattolica trovi adeguato spazio nell’organigramma del sindaco.
Il voto dei cattolici di sinistra è stato determinante per portare Pisapia a Palazzo Marino: incuranti degli appelli sui valori non negoziabili, saldati alla sinistra radicale, hanno spostato l’ago della bilancia verso l’avvocato proveniente dalle file di Rifondazione comunista. Basti pensare a come si è agitato l’ex presidente della Regione Lombardia, Piero Bassetti, animatore del Comitato per il 51, un passato nella corrente di sinistra della Dc, quella basista di Giovanni Marcora.
«Cattocomunisti? No, cattolici democratici» dice il consigliere regionale Fabio Pizzul, attivo pontiere tra la politica e la Curia di Milano. Già, perché questa pattuglia di martiniani, cresciuti alla pastorale dell’arcivescovo emerito e pasciuti dal cardinal Tettamanzi, non ama essere definita «cattocomunista», nonostante l’alleanza stabile e forte con partiti che si richiamano alla tradizione marxista e hanno riportato falce e martello sulle schede elettorali (e sulle bandiere che sventolavano in piazza Duomo la sera della vittoria di Pisapia).
«Sono un cattolico di parrocchia, dedito al volontariato per così dire non istituzionalizzato. Mi sono avvicinato alla politica con la Scuola della Parola del cardinal Martini negli anni ’80» dice Marco Cormio, rieletto in consiglio comunale con un pacchetto di voti presi a uno a uno nel suo quartiere Mecenate-Forlanini.
Gli ex Margherita che hanno collezionato preferenze nelle liste del Pd sono numerosi. Dalla parrocchia arriva anche Rosario Pantaleo. In pole position per un assessorato c’è Andrea Fanzago, competenza riconosciuta nello Sport, lunga esperienza a Palazzo Marino, attivo nella Caritas e nell’Azione cattolica, la più antica associazione di laici, dalla cui costola durante il Sessantotto si è staccata Cl per uscire dal campo gravitazionale della sinistra. L’Azione cattolica è stato il brodo di coltura anche per il consigliere Giovanni Colombo.
Il mondo cattolico di sinistra è legato al volontariato terzomondista che ha come riferimento i francescani di Sant’Angelo in via Moscova, tra i firmatari dell’appello elettorale pro Pisapia. La Caritas ha poi un altro candidato alla giunta, Marco Granelli: coordinatore della segreteria del Pd, lavora proprio in Caritas, dove si occupa di politiche sociali.
Storia a parte per Maria Grazia Guida, direttrice della Casa della carità. La Guida non è tra i campioni di preferenze del Pd ma di lei si parla per deleghe di peso.
Borghesia cattolica, Caritas, radicalismo alla don Virginio, orfani della Cattedra dei non credenti del cardinal Martini: su queste direttrici si muovono i cattolici che hanno spinto Pisapia a Palazzo Marino.
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