Cronache

«Ecco come faremo a costruire le gronde»

«Ecco come faremo a costruire le gronde»

Qui, o si fanno le infrastrutture, o si muore. Dove «Qui» sta per la Liguria, ma anche il Nord Ovest del Paese. E dove l’alternativa «le infrastrutture, o si muore» sta per far capire a qualunque individuo di buon senso che ripresa e sviluppo dell’economia e dell’occupazione passano necessariamente attraverso la realizzazione delle grandi opere: ferrovie e strade di grande comunicazione. Ne è convinto, fra gli altri, il senatore di Forza Italia Luigi Grillo, presidente della Commissione Infrastrutture, Trasporti e Telecomunicazioni di Palazzo Madama, e soprattutto instancabile promotore di iniziative per la modernizzazione della rete stradale, ferroviaria e marittima dell’Italia: «Il governo ha dimostrato una precisa volontà politica - spiega Grillo -. Non ci sono più problemi finanziari o procedurali. Ora mi aspetto identica volontà politica da parte di Comune e Provincia di Genova e Regione Liguria»
A cominciare dalle cosiddette gronde.
«La gronda di ponente può decollare. Se il Comune di Genova si decide a scegliere definitivamente il tracciato, i lavori possono partire domani mattina».
Non sarà troppo ottimista?
«Per niente. Bisogna considerare uno scenario strategico, immaginare un percorso da Arenzano a Chiavari senza attraversare Genova, trasformando l’attuale tratto autostradale cittadino in tangenziale esterna. Ma si devono verificare tre condizioni: che la Regione inserisca fra le priorità la gronda di levante, che sia ripristinato il diritto di prelazione modificando il Codice appalti (consentendo l’ingresso di soggetti privati come Ili), e infine che la società Autostrade collabori per saldare la gronda di levante a quella di ponente».
A proposito di gronda di levante, chi paga?
«C’è già l’accordo sul tracciato da parte di tutti i Comuni interessati e della Provincia. L’opera si potrà fare in project financing: metà soldi, circa 1 miliardo e mezzo, ce li mette il privato, Ili, l’altra metà lo Stato. Che però non ce l’ha. E allora io ho escogitato una procedura che è stata accolta anche da Di Pietro».
Un miracolo.
«No, diritto di subentro: Ili anticipa, e lo Stato promette di restituire i soldi alla fine della concessione, ammettiamo quarantennale.

A quel punto lo Stato avrà due strade: o rinnovare l’accordo con stesso concessionario, o dare la concessione a un altro soggetto, facendosela pagare e liquidando il debito al precedente concessionario».

Commenti