Ecco i «Demoni», dramma dei record

Ora «I demoni» di Dostoevskij non fanno più paura. Ma un anno fa avevano atterrito i membri del consiglio di amministrazione del Teatro Stabile di Torino. Lo spettacolo firmato da Peter Stein, forse il più importante regista tedesco degli ultimi decenni, era stato ipotizzato dal direttore dello Stabile, Mario Martone, agli inizi del 2008. Il budget messo inizialmente a disposizione era già da brividi: oltre 500mila euro. Stein aveva però deciso di elaborare una nuova versione drammaturgica del testo (che nella proposta di Martone ricalcava quella realizzata a suo tempo da Albert Camus), pensata per uno spazio raccolto come il Teatro Astra, di accrescere il numero dei personaggi e di allungare la durata dello spettacolo fino a sei ore. I costi in tal modo erano lievitati sino a sfiorare il milione di euro. Lo Stabile si era impegnato a coprirli, nonostante il taglio dei finanziamenti statali. Nei primi mesi del 2009, Stein aveva effettuato delle prove a San Pancrazio, la sua tenuta in Umbria. In quel contesto era nata un'ulteriore versione della pièce, lunga dodici ore comprensive di intervalli e con un costo di produzione superiore al milione. A quel punto il consiglio di amministrazione dello Stabile aveva deciso di cancellare lo spettacolo dalla programmazione, pur impegnandosi a sborsare circa 400mila euro per onorare i contratti in corso. Stein aveva quindi potuto realizzare una prima messinscena del testo a San Pancrazio, sottoporla al vaglio della critica e di un pubblico ristretto e ottenere il Premio Ubu per il miglior spettacolo del 2009.
Ora «I demoni» andranno in scena per la prima volta in versione compiuta fino al 30 maggio a Milano, nell'Hangar Bicocca, grazie a un'alleanza fra tre produttori: Tieffeteatro, la struttura coordinata da Emilio Russo, che dal prossimo anno avrà in gestione il palcoscenico lasciato libero dall'Elfo in via Menotti; il Napoli Teatro Festival Italia, che ospiterà lo spettacolo in giugno; il Wallenstein Betriebs-GmbH Berlino, cioè in pratica lo stesso Stein. Il comune di Milano contribuirà con 50mila euro alla prima tappa di una tournée internazionale dalle dimensioni ciclopiche: 12 spazi teatrali in un raggio di 25mila chilometri, per un totale di 350 ore di rappresentazione complessive, ovvero 12 ore di maratona teatrale a ogni singola replica. Le ragioni di questo titanismo scenico sono state spiegate da Stein (che nel 2000 aveva già allestito un «Faust» lungo 22 ore) richiamando la necessità di «dare allo spettatore l'idea del romanzo così com'è, lungo e denso», di trasmettergli «il carattere sinfonico» del testo: la sua «coralità», quel sommarsi e intrecciarsi di voci che lo contraddistingue. Stiamo parlando delle voci di quei giovani russi che, negli ultimi decenni dell'Ottocento, scelsero di diventare dei «rivoluzionari nichilisti», di «sostituire i valori della religione con le ideologie anarchiche e socialiste», di praticare sistematicamente il terrorismo. Figure estremamente attuali, secondo Stein, soprattutto «per noi occidentali, ormai abituati a un terrorismo quotidiano che ha rimpiazzato la possibilità delle guerre in Europa», al costo di «un aumento indifferenziato del senso di terrore: della sinistra, della destra, dei maoisti, dei fascisti, degli antiabortisti, dei no global, degli integralisti...».

Dopo l'esordio milanese, «I demoni» andranno in scena a Vienna, Amsterdam, Atene, New York e Parigi, prima di tornare in Italia, dove concluderanno la tournée all'Astra di Torino, cioè nel teatro in cui avrebbero dovuto debuttare.

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