Ecco «Jersey Shore» la serie dei tamarri che guadagnano più di un premio Nobel

Allora, per dirla tutta, agli italiani sono sempre piaciute le parodie sugli italoamericani. Agli americani, poi: ne vanno pazzi e mica solo grazie ai Sopranos. Adesso tocca a Jersey Shore, che tra poco sbarcherà a Firenze, una serie reality che Mtv ha battezzato negli Stati Uniti con un successo tanto autentico quanto progressivo: da meno di un milione e mezzo di telespettatori nella prima puntata nel dicembre 2009 fino a punte di nove milioni. All’inizio ci credeva solo il produttore Anthony Beltempo di Vh1, poi pian piano in tantissimi hanno accettato che, sì, la vita dei «Guidos» e delle «Guidettes» - come vengono soprannominati i giovani italoamericani - fa ridere e soprattutto sorridere, diventando uno spaccato di gioventù che finora la tv aveva snobbato.
Dunque, spieghiamo.
Jersey Shore racconta la vita di una decina di ragazzi dai nomi che si capisce subito da dove vengono, tipo Michael Sorrentino o Sammi Giancola, tutti più o meno stereotipati. Nell’ordine: i maschi con bicipiti extralarge, gel a litri, abbonamenti full optional alla palestra e chiodo fisso in testa, già quella cosa là di cui si parla solo tra ragazzi. Le ragazzine sono invece ossessionate da cerette e taglio di capelli, le misure di reggiseno sono un must e, insomma, a loro chiacchierare ci piace, e molto. Però nell’insieme mettono allegria e, osservando le loro complicate ma evanescenti storielle d’amore, si intercetta tanta serena ingenuità che ormai ce la scordiamo. Ovviamente, anche nella serie che tra poco si girerà a Firenze e sarà in onda in autunno, i toni sono ai confini del kitsch, l’alcol abbonda e figurarsi le polemiche, spesso pelose e perbeniste: aumentano con l’aumentare dello share tv e della trasformazione della serie in un «cult» multigenerazionale. Poco tempo fa un senatore repubblicano ha addirittura protestato perché Nicole Polizzi detta Snooki, una peperina alta 1,45 con la sesta di reggiseno, è stata invitata alla consegna delle lauree alla Rutgers University in New Jersey mettendo in tasca un cachet più alto rispetto a Toni Morrison, premio Nobel per la letteratura (ultimo romanzo, Il Dono, per Frassinelli): la starlette 32mila dollari, il Nobel trentamila. E vabbé. In ogni caso, Jersey Shore non è soltanto la serie di Mtv più seguita di sempre. È proprio un fenomeno mondiale, imitato a più non posso (ad esempio Lake Shore, Brighton Beach e Wicked Summer) e quindi destinato a passare alla storia della tv.

Adesso, tempo qualche settimana, e il cast sarà a Firenze per il confronto che si riassume così: gli italoamericani palestrati arrivano nella palestra dell’italiano e il mondo di Snooki si ritroverà dentro quello di Dante o Michelangelo. A fare i moralisti, vai con le critiche. Ma a ben pensarci, è un confronto più bello e stimolante di quelli che tanta tv di solito spaccia a buon mercato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica