Ecco la «mappa» delle gang cinesi

Zhejiang, Liaoning, Shandong. Ecco i nomi da imparare: sono infatti le province, tutte affacciate sul mare, da cui provengono i cinesi presenti in Italia. Ma anche la «mappa» per capire la criminalità giovanile, perché ciascuna si organizza in base all’area di provenienza per poi «specializzarsi» nelle diverse attività criminali.
Zhejiang, nel sud est della Cina, è la provincia da cui è iniziata l’immigrazione in Italia. I cinesi infatti si comportano come tutti i popoli «migranti» (italiani compresi) e tendono a raggiungere i Paesi dove sia già presente una comunità di connazionali. Quindi per gli abitanti di questa provincia l’Italia era e resta la destinazione preferita come, giusto per fare un esempio, quelli del Fujian, provincia confinante, preferiscono la Gran Bretagna. I giovani appartenenti a questa comunità hanno iniziato a formare bande che si aggregano rigidamente in base alla rispettive città di origini: Wenzhou, Wencheng, Yuhui, Daxue. Specializzandosi in rapine, estorsioni, traffico di droga e di immigrati clandestini
Negli ultimi tempi hanno iniziato ad arrivare in Italia anche gli immigrati dal Liaoning e dallo Shandong, nel nord-est del Paese. E anche loro hanno immediatamente dato vita a feroci bande giovanili: i primi si sono specializzati nel racket della prostituzione i secondi nel traffico di esseri umani.
Sono tutt’altro che ben visti dagli altri immigrati, costretti a sopportare le loro prepotenze e fare i conti con la cattiva immagine che inevitabilmente si riflette su tutta la comunità.

L’uso delle armi da fuoco - finora le bande si scontravano all’arma bianca - dimostra poi come siano entrati in contatto con la mala locale per gli approvvigionamenti. Appaiono dunque pronti al successivo salto di qualità che li porrà presto a gareggiare in pericolosità con le altre gang straniere attive in Italia: albanesi, romene e sudamericane.

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