Il Comune disegna la sua nuova mappa del rumore. Decide, in sostanza, quanto chiasso si può fare e dove, i luoghi in cui la quiete è d’obbligo e quelli dove invece ci si può lasciare andare un po’ di più. La cartina sarà la base per stabilire eventuali divieti anti movida e per calibrare la convivenza tra residenti e giovani che frequentano i locali. Il limite dei decibel è stato fissato, zona per zona, in base alle segnalazioni dei residenti, delle associazioni, dei comitati e dei consigli di zona. «Un contributo prezioso e insostituibile - commenta il vicesindaco Riccardo De Corato - che ha permesso di far aderire la nuova classificazione alla realtà attuale di Milano». La città è stata suddivisa in sei diverse classi «acustiche», ciascuna con limiti diurni e notturni diversi definiti dalla legge in base alla presenza di ospedali, scuole e case. Un lavoro da tecnici incalliti ma che si traduce in un miglioramento della qualità della vita per i cittadini, soprattutto per quelli che d’estate non dormono più di due ore a causa degli schiamazzi e della musica fino a notte fonda.
Il decalogo del rumore servirà anche per decidere le deroghe in vista dei concerti estivi a San Siro. Soprattutto ora che l’assessore Giovanni Terzi sembra deciso a far tornare, oltre a Vasco Rossi, anche Bruce Springsteen e gli AC/DC. E stavolta non ammette figuracce e chiede chiaramente che non ci sia «nessun limite di decibel».
Nella nuova mappa acustica ci sono più zone protette, meno aree di criticità: «Quella di Milano - ha spiegato il vice sindaco - è una realtà sempre più residenziale. Le zone di classe 5 e 6, ovvero quelle prevalentemente ed esclusivamente industriali e con limiti di emissione più elevati, si sono ridotte da 273 a 171. Mentre le classi 1 e 2, quelle maggiormente protette e prevalentemente residenziali, ovvero con limiti ridotti, sono aumentate da 276 a 360. Il nuovo piano mostra anche una riduzione delle aree di criticità (aree a bassa emissione confinanti con aree ad alta emissione), passate da 353 a 277». Sul fronte della movida e della liberalizzazione del commercio, il Comune promette «il massimo impegno»: ne è già stato un esempio l’approvazione, lo scorso novembre, delle linee guida per le aperture dei locali nelle zone della vita mondana, con una particolare attenzione anche all’insonorizzazione. «Un impegno - specifica De Corato - che ha dovuto far fronte alle problematiche poste dalla liberalizzazione del commercio in seguito al decreto Bersani. E anche al problema dei massicci assembramenti all’esterno dei locali, soprattutto nel periodo estivo: comportamenti che, va precisato, non sono sanzionabili per legge in relazione al presunto aumento di rumore».
Anche la Polizia Locale si è impegnata sul fronte rumore, dando seguito alle numerose segnalazioni arrivate, soprattutto dai cittadini, per il disturbo causato dai locali notturni. Nel 2010 le richieste di intervento sono state 3.300 e di queste quasi un terzo, ovvero poco meno di un migliaio, sono state motivate dalla musica ad alto volume e dagli schiamazzi incontrollati. Gli interventi dei vigili o di altri enti sono stati in tutto 2.700.
In vista della prossima estate, si avrà uno strumento chiaro su cui basarsi per prendere provvedimenti: la mappa. Nel dettaglio, si è deciso che nelle aree più delicate non potranno essere superati i 50 decibel di giorno e i 40 di notte. Nelle aree residenziali, i limiti saranno entro i 55 decibel di giorno e i 45 di notte.
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