Ecco la nuova Darsena «Sarà come avere il Tevere a Milano»

FONDI L’intervento potrebbe costare più del milione di euro previsto: si cercano sponsor privati. E nel futuro dell’area c’è ancora il box interrato

Il naviglio e la sua Darsena come il Tevere. Voglio che si possa camminare lungo le sponde come accade a Roma. Questa la volontà del sindaco, che lunedì sera ha convocato assessori e tecnici per chiedere un progetto di risistemazione della Darsena veloce da realizzare, a basso costo e temporaneo. Detto fatto, in meno di 24 ore gli uffici dell’assessorato all’Arredo urbano di Palazzo Marino hanno disegnato la Darsena del futuro. Come anticipato dal Giornale, infatti, e come compariva ieri sulle bozze, il bacino dell’ex porto sarà riempito di acqua, attraversabile con un ponticello di legno. Non solo, si potrà camminare a filo d’acqua, passando sotto il ponte di viale Gorizia, lungo il Naviglio Grande fino alla fermata del battello turistico. Tra i prati e le aiuole banchine e lampioni - non è esclusa una stazione del bike sharing - come a Roma dove i cittadini camminano in sicurezza anche di notte lungo le sponde del fiume. La parte del bacino verso piazza XXIV maggio sarà adibita a porto e attracco per i battelli della navigazione turistica. Una piattaforma multifunzionale per eventi, sullo sfondo il faro e le quinte scenografiche con la Milano d’antan, come proposto dall’associazione Navigli Lombardi. Nonostante l’intervento sia provvisorio e molto «leggero», realizzarlo potrebbe costare più del milione di euro previsto e il bilancio è quello che è. Ecco che è già partita anche la caccia allo sponsor (e nel progetto sono compresi pannelli pubblicitari tra le quinte).
Certo tutto questo rimane sulla carta in attesa del pronunciamento del Tar sulla richiesta di sospensiva avanzata dalla Darsena spa, la società che ha vinto l’appalto nel 2004 per la costruzione dell’autosilo sotterraneo da 713 posti a rotazione, atteso per il 20 o il 27 gennaio, poi bisognerà attendere il giudizio nel merito. Soddisfatto l’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo: «La rapidità dei miei uffici testimonia la volontà del sindaco e di tutta l’amministrazione di risanare una ferita aperta. Abbiamo scelto apposta un progetto “light”, realizzabile in poco tempo, a basso costo, e temporaneo, anche perché l’area non può tornare al Comune fino alla soluzione della vicenda legale». Insomma il Comune ce la sta mettendo tutta per recuperare una vergogna durata anni.
Plaude al progetto Empio Malara dell’associazione Amici dei Navigli: «Noi abbiamo sempre sostenuto la necessità di recuperare la vocazione della Darsena come porto turistico, a maggior ragione adesso che stiamo lavorando al recupero dell’idrovia Locarno-Venezia. Certo, se non ci fosse stata l’opposizione preconcetta e ingiustificata dei comitati a quest’ora avremmo già il parcheggio sotterraneo». Ma non è escluso che in un futuro non troppo lontano il quartiere possa avere il parcheggio subacqueo che tanto desidera. Proprio ieri i cittadini organizzati in cooperativa per chiedere la realizzazione dei 300 box, sono andati a Palazzo Marino per far valere le proprie ragioni e ribadire la fame di parcheggi in zona. Ma basta aprire il pgt alla tavola s02 del piano dei servizi per scoprire che la Darsena è catalogata come parcheggio. Così recita il piano urbano dei parcheggi, che viene recepito dal piano di governo del territorio. Ma non sembra nemmeno che ci sia l’intenzione di aggiornare o riscrivere il documento entro fine mandato, non ce ne sarebbe il tempo né forse la volontà politica.

Non è escluso - vista la continua pressione da parte dei residenti per avere i box - che il sindaco non si giochi per la campagna elettorale la carta di un nuovo parcheggio sotterraneo in Darsena, da realizzare ovviamente in tempi record.

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