Ecco un «Sex & the City» di seconda categoria

Una cascata di parole, di concetti appena accennati, di battute a vuoto e qualcuna memorabile è il contenuto della commedia americana,o meglio newyorchese, di Bart Freundlich Uomini & donne. Due coppie: un’attrice, Rebecca (Julianne Moore) e suo marito Tom (David Duchovny); l’aspirante scrittrice Elaine (Maggie Gyllenhaal) e il giovane scioperato Tobey (Billy Crudup), fratello di Rebecca, al quale non manca il denaro, vivono giornate di intelligente fannullagine. In un prendi e lascia estenuante il quartetto si interroga sulla vita di coppia, con un’ipocrita indulgenza nei confronti delle due donne rispetto ai due farfalloni amorosi che le circondano. È il solito pianto greco del matriarcato americano, mascherato da un desiderio d’amore sbandierato con ostinazione sospetta. Non succede molto in questa situation comedy di stampo televisivo e gli interpreti, ben sintonizzati, sembrano capitati in un film di Woody Allen senza che lui sia al corrente della cosa.

Una trappola per topi, un inganno della sceneggiatura che scimmiotta Sex & the City, che è già a sua volta una visita guidata nel mondo di Woody Allen. Ed il regista è il marito della protagonista Julienne Moore.

UOMINI&DONNE di Bart Freundlich (Usa 2006) con Julianne Moore, David Dichovny. 98 minuti

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