Prevedere quanta acqua sarà disponibile tra sei mesi. Sapere dove rinforzare una diga prima di un evento estremo. Mantenere operative le reti elettriche anche durante un'emergenza. Queste sono soltanto alcune delle esigenze quotidiane dei sistemi energetici moderni che, sempre più spesso, trovano risposta in dati che arrivano dall'orbita terrestre. Negli ultimi anni i satelliti sono diventati strumenti centrali per la gestione del territorio e delle risorse naturali. Grazie alla crescita del mercato spaziale e all'abbattimento dei costi dei lanci, i satelliti sono passati da essere semplici piattaforme di osservazione a nodi di un ecosistema digitale che integra immagini, sensori e algoritmi di intelligenza artificiale. Grandi volumi di dati vengono così trasformati in informazioni operative da utilizzare per pianificare la produzione di energia e rendere il sistema più resiliente.
L'importanza dei satelliti
Il sistema Earth Observation Enel, sviluppato da Enel in partnership con ESA (European Space Agency), consente di monitorare in modo continuo suolo, vegetazione, atmosfera e risorse idriche, così da individuare cambiamenti progressivi e segnali deboli che, a Terra, sarebbero difficili da cogliere.
Un esempio? Nel settore energetico, uno degli ambiti più rilevanti è la gestione dell'acqua. La possibilità di stimare con maggiore precisione lo snow water equivalent, ovvero la quantità di acqua contenuta nella neve, permette di anticipare quanta risorsa idrica sarà disponibile nei mesi successivi per la produzione idroelettrica. Migliorare queste previsioni significa pianificare meglio la produzione, ridurre i margini di incertezza e aumentare la stabilità complessiva del sistema.
Le stesse osservazioni satellitari contribuiscono a rendere più affidabili le previsioni meteorologiche, sia nel breve periodo sia su scala stagionale. Per un sistema energetico sempre più basato su fonti rinnovabili non programmabili, questa capacità di previsione è un fattore chiave per bilanciare domanda e offerta e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Oltre alla pianificazione, i dati dallo Spazio supportano anche attività operative quotidiane. Le immagini satellitari permettono il monitoraggio costante di infrastrutture critiche come dighe, impianti e reti elettriche, aiutando a individuare le aree più vulnerabili e a definire le priorità di intervento per aumentarne la resilienza. L'evoluzione più recente è l'integrazione della computer vision, ossia algoritmi di intelligenza artificiale che analizzano automaticamente le immagini, riconoscendo pattern e anomalie. Questo approccio consente di ottimizzare la gestione della vegetazione in prossimità delle linee elettriche, un'attività complessa che ha un impatto diretto sulla sicurezza e sull’affidabilità del servizio, soprattutto in territori difficili o soggetti a eventi estremi.
Per quanto riguarda la connettività, le costellazioni satellitari in orbita bassa possono garantire comunicazioni stabili alle squadre operative impegnate sul campo durante le emergenze, anche in aree isolate o prive di copertura terrestre, migliorando la sicurezza delle persone e la continuità delle operazioni.
Il progetto SOLARIS
Se i satelliti oggi aiutano a gestire meglio le risorse sulla Terra, domani potrebbero contribuire direttamente alla produzione di energia. È questa l'ambizione del progetto SOLARIS dell'Agenzia Spaziale Europea, a cui Enel partecipa come partner. L'idea del progetto è quella di collocare grandi centrali fotovoltaiche in orbita geostazionaria a circa 36.000 chilometri dalla superficie terrestre. In questa posizione, i pannelli solari riceverebbero luce quasi ininterrotta, superando i limiti legati all’alternanza giorno-notte e alle condizioni meteorologiche.
Il principio non è nuovo: il fotovoltaico è utilizzato nello spazio da oltre sessant'anni, a partire dai primi satelliti fino alla Stazione Spaziale Internazionale. La differenza, oggi, sta nella scala e nell'obiettivo. Le centrali ipotizzate da SOLARIS potrebbero estendersi per diversi chilometri quadrati, con pannelli ad altissima efficienza, e trasmettere l’energia prodotta verso la Terra sotto forma di microonde, da riconvertire in elettricità. La fase attuale del progetto è dedicata alla verifica della fattibilità tecnica ed economica dell'intero processo, dalla produzione alla trasmissione wireless dell’energia. L'obiettivo è capire se, nei prossimi decenni, il solare spaziale potrà affiancare le rinnovabili terrestri come fonte di generazione continua.
Dal monitoraggio della neve e delle infrastrutture attraverso l’Earth Observation fino alla prospettiva di grandi centrali solari in orbita, per Enel il filo conduttore è chiaro: tecnologie sviluppate
per lo Spazio che, nell’integrazione sempre più stretta tra orbita e superficie terrestre, diventano una leva strategica per rendere i sistemi energetici sulla Terra più sicuri, flessibili e sostenibili.