Economia e finanza

Ecco come cambierà il Patto di Stabilità

Il Patto di stabilità cambierà, ma la Germania comincia a fare dei distinguo. La trattativa sarà lunga

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La Commissione Europea sta iniziando a implementare l'agognata riforma del Patto di Stabilità europeo così da poterla presentare al Consiglio Europeo, cioè ai capi di Stato e di governo decisori di ultima istanza, e promuoverne la discussione così da vederla approvata entro fine 2023.

La Commissione vuole stabilire un nuovo approccio prima che la piena applicazione del Patto di stabilità e crescita – che stabilisce le regole di bilancio dell'Unione – riprenda nel 2024, dopo una sospensione iniziata nel 2020 su iniziativa di Ursula von der Leyen nelle prime settimane della pandemia. Ciò avviene mentre gli Stati membri vedono aggravarsi il rischio di una recessione innescata dalla crisi energetica e il fardello debitorio monstre accumulata durante la pandemia e la lotta ai rincari inizia a scontrarsi con i nuovi piani della Bce, che ha imposto una stretta sui tassi. Nuova austerità in arrivo? Presto per dirlo. Il documento della Commissione anticipato dal Financial Times esorta gli Stati membri a raggiungere un "rapido accordo sulla revisione delle regole di bilancio dell'Ue", che sono considerate "eccessivamente complesse e scarsamente applicate". È necessaria una "riforma approfondita" che implichi modifiche legislative concordate "tra il Consiglio e il Parlamento europeo", sostiene il documento.

Le nuove norme farebbero venire meno 'obbligo per gli Stati membri fortemente indebitati di ridurre ogni anno il rapporto debito/prodotto interno lordo di almeno un ventesimo della differenza tra il livello attuale e l'obiettivo del 60% stabilito dalle "Tavole della Legge" dell'Ue. Al contrario la Commissione propone la strutturazione di una serie di piani da sviluppare su un orizzonte temporale quadriennale per ogni Stato membro che voglia indirizzare il suo fardello debitorio verso una traiettoria credibile e discendente. Bruxelles, sostiene il Ft, "potrebbe richiedere un percorso di aggiustamento più graduale della durata massima di sette anni. Qualsiasi proroga dei termini dovrebbe essere giustificata da impegni a favore degli investimenti pubblici e delle riforme, con i piani concordati tra la Commissione e lo Stato membro e firmati dal Consiglio".

Le problematiche legate a questa novità

In sostanza, ai Paesi verrebbe data più discrezionalità nel lavorare sui propri debiti pubblici. Ma ci sarebbe una maggiore durezza nelle sanzioni qualora i piani venissero disattesi, compresa una vera e propria "gogna" pubblica consistente nell'audizione del titolare delle Finanze per giustificare eventuali flop nel rispetto dei programmi concordati. Con conseguenti ricadute in termini di solvibilità e tenuta dei tassi sul debito e degli spread davanti ai mercati. Un'altra problematica sarebbe lo stop ai fondi del Next Generation Eu per i renitenti. "I meccanismi di applicazione" delle regole "verrebbero rafforzati: l'uso delle sanzioni finanziarie verrebbe reso efficace grazie alla riduzione dei loro importi. Verrebbero inoltre rafforzate le sanzioni reputazionali. La condizionalità macroeconomica per i fondi strutturali e per lo strumento della ripresa e della resilienza (il Next Generation Eu) verrebbe applicata con uno spirito simile, ovvero i finanziamenti dell'Ue potrebbero essere sospesi anche quando gli Stati membri non hanno intrapreso azioni efficaci per correggere il loro deficit eccessivo", scrive la Commissione.

Le proposte dovranno ottenere un'ampia accettazione tra gli Stati membri dell'Ue, ma i funzionari avvertono che non sarà semplice. Il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner è stato particolarmente esplicito nel mettere in discussione l'approccio proposto dalla Commissione quando ancora esso era semplicemente basato su rumors. Lindner considera essere "poco saggio" garantire ai Paesi la possibilità di essere in grado di raggiungere accordi individuali sulle proprie finanze pubbliche trattando direttamente con la Commissione. Per il falco liberale "le regole devono essere attuate da tutti, allo stesso modo". Dobbiamo, dice Lindner mettere insieme da un lato "un approccio più realistico" e dall'altro il "carattere vincolante di una strada più affidabile per una reale riduzione dei debiti". La trattativa - lo si capisce - sarà lunga: Berlino vuole mantenere in capo a sé la censura di bilanci e il potere di condizionamento politico. E convincere la Germania ad arrivare a più miti consigli sarà la sfida della presidente tedesca della Commissione, Ursula von der Leyen, conscia che sul superamento del Patto e delle sue maglie strette che frenano la crescita l'Europa si giochi il suo futuro.

E nelle trattative future sarà vietato sbagliare.

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