Economia e finanza

Eni, maxi-scoperta in Norvegia: svolta nella "guerra del gas"?

La scoperta nel Mare di Barents è importante per motivi industriali, ma anche per cause politiche. Vediamo perché

Eni, maxi-scoperta in Norvegia: svolta nella "guerra del gas"?

Eni colpisce ancora e annuncia, tramite una sua sussidiaria in Norvegia, una svolta che se confermata nei fatti sarebbe paragonabile, sul piano della politica energetica, a quella del maxi-giacimento Zohr nel Mediterraneo Orientale e agli ingressi nel mercato del gas naturale liquefatto in Qatar.

Nel Mare di Barents, 85 km a nord-ovest di Hammerfest e circa 27 km a nord-est del campo Goliat, uno dei più grandi dell'offshore norvegese, Vår Energi, società controllata al 63% da Eni e piazzata in borsa a febbraio, ha annunciato la scoperta di un maxi-giacimento in un lotto diviso con Aker, controllata di British Petroleum, al 50%.

La scoperta, fa sapere l'Eni, è stata valutata preliminarmente tra i 9 e i 21 miliardi di metri cubi di risorse di gas recuperabili. Si tratta solo di un primo passo e di una quota di gas molto inferiore, per fare un esempio, a quella di Zohr, che potrebbe arrivare a centinaia di miliardi di metri cubi. Ma la ricerca continuerà e questo mostra che nell'Artico europeo c'è gas da cercare a poca distanza dal cuore dei giacimenti a cui lavora la Russia, da cui l'Europa ha avviato il decoupling dopo l'invasione dell'Ucraina. E, soprattutto, la scoperta ha valenza politica perché posiziona Eni al centro del mercato del più grande fornitore energetico dell'Unione Europea.

Oslo sta crescendo, grazie alla compagnia nazionale Equinor e alla corsa ai giacimenti delle major estere, come un colosso dell'energia di taglia globale. "Nel 2022, la quota della Norvegia nelle importazioni di gas dell'UE è passata da circa il 20% al 25%, superando la Russia al primo posto", scrive High North News, che prosegue: "Il più grande consumatore europeo di gas naturale, la Germania, riceve oltre il 30% del suo fabbisogno di gas dalla Norvegia. Per il Regno Unito, la quota della Norvegia è ancora più alta, prevista in crescita dal 41% al 50% nel 2022". La Norvegia arriverà complessivamente 90 miliardi di metri cubi di gas all’Unione Europea e 36 alla Gran Bretagna entro la fine dell'anno. L'Italia ne avrà, secondo le stime più attuali, importati complessivamente in media 440 milioni di metri cubi al mese, oltre 5 miliardi l'anno.

Gli investimenti di Equinor in terminal per il Gnl a Hammerfest aprono a uno scenario strategico che può vedere la Norvegia centrale come prima fornitrice affidabile di gas all'Ue. In un contesto di prezzi più bassi, la relazione può essere win-to-win. Oslo è stata finora, come abbiamo studiato su Inside Over, la grande vincitrice della guerra del gas: il Financial Times ha stimato in 100 miliardi di euro le entrate da export di gas e petrolio di Oslo quest'anno.

Per Eni entrare a gamba tesa in questo mercato sarebbe un risultato di peso: la scoperta anticipa l'entrata in vigore di molti progetti: nei campi di Johan Castberg (Eni 20,96%) e Breidablikk l'avvio dei lavori è previsto nel 2024. A Balder X (Eni 62,87%) partirà nel 2023.

La crescita del Cane a sei zampe non conosce fine: e anche per l'Italia questo vorrà dire anticipare la svolta che renderà la Norvegia il Paese più strategico d'Europa sull'energia.

Commenti