Economia e finanza

Lacrime e sangue per il Regno Unito: Hunt e Sunak varano l'austerità

55 miliardi di sterline di tagli e nuove tasse e l'obiettivo di ridurre il fardello alla classe media: Hunt e Sunak varano una manovra fortemente restrittiva

"Lacrime e sangue" per il Regno Unito: Hunt e Sunak varano l'austerità

Jeremy Hunt, Cancelliere dello Scacchierre del governo britannico di Rishi Sunak, ha fatto tabula rasa delle politiche espansive dell'ex governo di Liz Truss e annunciato la manovra "lacrime e sangue" dell'esecutivo di Sua Maestà.

Il Cancelliere chiamato a essere "guardiano" delle finanze del Regno e fidatissimo per Sunak sta muovendosi per affrontare la "tempesta" fiscale che colpisce la Gran Bretagna e che ha portato il Paese in recessione. Via libera a un maxi-piano da 55 miliardi di sterline di risparmi fiscali che riporta l'austerità nei piani del Regno Unito e del Partito Conservatore per la prima volta dall'ascesa al governo di Boris Johnson nel 2019.

Alla Camera dei Comuni, nota il Financial Times, "il cancelliere ha detto che un massiccio consolidamento fiscale, compresi 30 miliardi di sterline di tagli alla spesa e 25 miliardi di sterline di aumenti delle tasse, era necessario per ripristinare la credibilità della Gran Bretagna e domare l'inflazione". Le previsioni ufficiali delle autorità britanniche di recente hanno evidenziato l'ampiezza della sfida per le famiglie e le finanze pubbliche, "entrambe messe a dura prova dall'inflazione prevista per il 2023 al 7,4% medio", mentre Hunt ha annunciato che Londra è in recessione e che la contrazione del 2023 sarà pari all'1,4% del Pil. In quest'ottica Londra non tornerà ai livelli di Pil pre-Covid prima del 2024.

Due mesi fa, lo ricordiamo, Liz Truss e il suo Cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng, predecessore di Hunt, hanno promosso il loro minibudget che comprendeva una forte riduzione delle aliquote fiscali per i redditi più elevati e una manovra per complessivi 45 miliardi di sterline di tagli fiscali da finanziare principalmente a debito. Hunt ha fatto carta straccia di questo piano, che aveva travolto l'economia britannica, fatto andare nel caos la sterlina e portato al crollo della Truss e nel quadro del governo Sunak proporrà il più grande piano di crescita delle tasse dell'ultimo trentennio.

Hunt però in linea con la visione di Boris Johnson di cui anche Sunak è espressione intende ridurre al minimo il fardello della classe media nella risposta alla crisi. Sarà aumentata al 45% la tassa sul reddito per chiunque guadagni più di 125mila sterline dalle 150mila attuali; sarà introdotta una tassa del 35% sugli extraprofitti energetici in sostituzione di quella attuale del 25% e una del 45% sugli utili dei generatori di elettricità, ma al contempo si proporrà la crescita del budget del National Health Service di 3,3 miliardi di sterline, si aumenterà quello scolastico di 2,3 miliardi, si limiterà a 3mila sterline annue l'aumento delle bollette e si adegueranno all'inflazione salario minimo e pensioni. "Il Regno Unito è ora in recessione", ha detto Hunt, ma l'austerità non deve essere indiscriminata come quella del decennio scorso. Il governo Sunak parte con la prova più difficile: una manovra dura e complessa che si mira a rendere il meno impopolare possibile.

E che appariva inevitabile dopo il disastroso declino di Liz Truss.

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