1. I fondi salva-Stati (Efsf e Esm) basteranno contro la speculazione? Come faranno gli Stati a salvarsi se i soldi sono i loro stessi?
I due fondi salva-Stati hanno attualmente a disposizione 440 miliardi (Efsf) e 500 miliardi (Esm) di euro. L’Esm, però, dovrà ricapitalizzare le banche spagnole (impegno massimo 100 miliardi), rinegoziare il prestito greco e intervenire anche su Irlanda, Portogallo e Cipro. Alla fine su 940 miliardi potrebbero restarne poco più di 700, oltretutto forniti dagli stessi Paesi Ue in difficoltà. L’intento è«spaventare»gli speculatori considerato che ad acquistare i bond sovrani sarà la Bce per conto dei due fondi.
2. Non sarebbe stato meglio affidarsi esclusivamente alla Bce cui spetterà la vigilanza bancaria Ue?
L’aver affidato al presidente Mario Draghi la supervisione del sistema bancario europeo e gli acquisti dei bond sovrani per conto di Efsf ed Esm è un segnale concreto di unità monetaria, economica e bancaria. La Bce dei prossimi mesi assomiglierà sempre più alla Fed, ma per renderla uguale (facendola diventare prestatore di ultima istanza con la possibilità di stampare moneta in casi di emergenza) bisognerà cambiarne lo statuto che la vincola al monitoraggio del tasso di inflazione in Eurolandia.
3. Ma il meccanismo «anti-spread» come funzionerà veramente? Si poteva insistere sugli Eurobond?
Il meccanismo non è automatico, ma quasi. Al raggiungimento di una determinata soglia di spread (300 punti sui Bund, ma secondo alcune fonti anche 200), il Paese «adempiente» - cioè coi bilanci più o meno in ordine - sottoscrive un memorandum d’intesa con Ue e Bce (non c’è l’Fmi per cui niente commissariamento) a rispettare i parametri. Da lì in poi scattano gli acquisti della Bce per conto di Efsf ed Esm. Tuttavia, come ha osservato anche Renato Brunetta, i 700 miliardi dei fondi non possono supplire a una visione veramente comunitaria del debito Ue. Solo con gli eurobond - avversati dalla Germania - e con una nuova Bce si possono evitare nuove crisi.
4. Ma i Paesi in difficoltà come l’Italia possono fidarsi di un’Europa che ancora decide lentamente in casi di crisi?
Il Consiglio Ue del 28 e del 29 giugno ha sostanzialmente gettato le basi per una futura unione fiscale e bancaria oltreché monetaria. Entro la fine del 2012 le proposte dovranno confluire in un vero e proprio schema.Per l’economia contemporanea e globale sei mesi sono un tempo molto lungo. Ecco perché un’unione politica eviterebbe trattative estenuanti come le ultime di Bruxelles dove solo la spaccatura dell’asse Berlino-Parigi ha garantito il successo al tandem Rajoy- Monti. Euroburocrazia e nazionalismi, però, sono duri a morire. L’Esm ricapitalizzerà le banche spagnole.
5. È un buon segnale? Oppure bisogna preoccuparsi di un effetto-domino? «Le banche italiane sono solide», ha detto il viceministro Grilli. Ma,se l’Italia dovesse aver bisogno di una mano,non è altrettanto sicuro che l’Esm non pretenda la seniority ossia diventare creditore privilegiato. L’Eurogruppo del 9 luglio dovrà far luce anche su un altro aspetto-chiave. Non è ancora chiaro se il via libera dovrà essere a maggioranza dell’85%dei Paesi Ue o all’unanimità. In quest’ultimo caso, la Germania potrebbe bloccare aiuti non ritenuti congrui.
6. Il Consiglio Ue, incentrato sulla crescita, ha assunto decisioni concrete per rilanciare lo sviluppo del Vecchio continente? I 120 miliardi stanziati per lo sviluppo di nuove iniziative infrastrutturali sono in minima parte risorse fresche. Di nuovo ci sono solamente i 10 miliardi in più assegnati alla Bei per finanziare lo sviluppo, mentre altri 4,5 miliardi saranno da destinarsi ai «project-bond» per la realizzazione delle grandi reti. Il resto sono i soliti «fondi europei» già stanziati e con nessuna garanzia sulla capacità di spesa da parte dei singoli Stati. Infine, 120 miliardi sono solo l’ 1% del pil Ue e quindi le ricadute potrebbero essere limitate.
7. A conti fatti, è stata una vittoria di Mario Monti oppure una sconfitta di Angela Merkel? L’entusiasmo di molta stampa italiana e internazionale per il ruolo svolto dal premier italiano è giustificato fino a un certo punto. È vero che Italia e Spagna hanno ottenuto un coinvolgimento diretto dell’Ue in funzione anti-crisi respingendo la proposta germanofinnica dei covered bond.
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