7 domande per capire la nuova Europa

Ecco cosa è successo e cosa cambierà in Europa dopo il vertice Ue. Intanto salva-spread all'esame (vero) delle Borse

7 domande per capire  la nuova Europa

1. I fondi salva-Stati (Efsf e Esm) basteranno contro la speculazione? Come faranno gli Stati a salvarsi se i soldi sono i loro stessi?
I due fondi salva-Stati hanno attualmente a dispo­sizione 440 miliardi (Efsf) e 500 miliardi (Esm) di eu­ro. L’Esm, però, dovrà ricapitalizzare le banche spa­gnole (impegno massimo 100 miliardi), rinegoziare il prestito greco e intervenire anche su Irlanda, Porto­gallo e Cipro. Alla fine su 940 miliardi potrebbero re­starne poco più di 700, oltretutto forniti dagli stessi Paesi Ue in difficoltà. L’intento è«spaventare»gli spe­culatori considerato che ad acquistare i bond sovra­ni sarà la Bce per conto dei due fondi.

2. Non sarebbe stato meglio affidarsi esclusivamente alla Bce cui spetterà la vigilanza bancaria Ue?
L’aver affidato al presidente Mario Draghi la su­pervisione del sistema bancario europeo e gli acqui­sti dei bond sovrani per conto di Efsf ed Esm è un se­gnale concreto di unità monetaria, economica e ban­caria. La Bce dei prossimi mesi assomiglierà sempre più alla Fed, ma per renderla uguale (facendola di­ventare prestatore di ultima istanza con la possibili­tà di stampare moneta in casi di emergenza) bisogne­rà cambiarne lo statuto che la vincola al monitorag­gio del tasso di inflazione in Eurolandia.

3. Ma il meccanismo «anti-spread» come funzionerà veramente? Si poteva insistere sugli Eurobond?

Il meccanismo non è automatico, ma quasi. Al raggiungimento di una determinata soglia di spread (300 punti sui Bund, ma secondo alcune fonti anche 200), il Paese «adempiente» - cioè coi bilanci più o meno in ordine - sottoscrive un memorandum d’in­tesa con Ue e Bce (non c’è l’Fmi per cui niente com­missariamento) a rispettare i parametri. Da lì in poi scattano gli acquisti della Bce per conto di Efsf ed Esm. Tuttavia, come ha osservato anche Renato Bru­netta, i 700 miliardi dei fondi non possono supplire a una visione veramente comunitaria del debito Ue. Solo con gli eurobond - avversati dalla Germania - e con una nuova Bce si possono evitare nuove crisi.

4. Ma i Paesi in difficoltà come l’Italia possono fidarsi di un’Europa che ancora decide lentamente in casi di crisi?

Il Consiglio Ue del 28 e del 29 giugno ha sostanzialmente get­tat­o le basi per una futura unione fiscale e bancaria oltreché mo­netaria. Entro la fine del 2012 le proposte dovranno confluire in un vero e proprio schema.Per l’economia contemporanea e glo­bale sei mesi sono un tempo molto lungo. Ecco perché un’unio­ne politica eviterebbe trattative estenuanti come le ultime di Bruxelles dove solo la spaccatura dell’asse Berlino-Parigi ha ga­rantito il successo al tandem Rajoy- Monti. Euroburocrazia e na­zionalismi, però, sono duri a morire. L’Esm ricapitalizzerà le banche spagnole.

5. È un buon segnale? Oppure bisogna preoccuparsi di un effetto-domino? «Le banche italiane sono solide», ha detto il vice­ministro Grilli. Ma,se l’Italia dovesse aver bisogno di una mano,non è altrettanto sicuro che l’Esm non pre­tenda la seniority ossia diventare creditore privilegia­to. L’Eurogruppo del 9 luglio dovrà far luce anche su un altro aspetto-chiave. Non è ancora chiaro se il via libera dovrà essere a maggioranza dell’85%dei Paesi Ue o all’unanimità. In quest’ultimo caso, la Germa­nia potrebbe bloccare aiuti non ritenuti congrui.

6. Il Consiglio Ue, incentrato sulla crescita, ha assunto decisioni concrete per rilanciare lo sviluppo del Vecchio continente? I 120 miliardi stanziati per lo sviluppo di nuove iniziative infrastrutturali sono in minima parte ri­sorse fresche. Di nuovo ci sono solamente i 10 mi­liar­di in più assegnati alla Bei per finanziare lo svi­luppo, mentre altri 4,5 miliardi saranno da desti­narsi ai «project-bond» per la realizzazione delle grandi reti. Il resto sono i soliti «fondi europei» già stanziati e con nessuna garanzia sulla capacità di spesa da parte dei singoli Stati. Infine, 120 miliar­di sono solo l’ 1% del pil Ue e quindi le ricadute po­trebbero essere limitate.

7. A conti fatti, è stata una vittoria di Mario Monti oppure una sconfitta di Angela Merkel? L’entusiasmo di molta stampa italiana e internazionale per il ruo­lo svolto dal pr­emier italiano è giu­stificato fino a un certo punto. È ve­ro che Italia e Spagna hanno otte­nuto un coinvolgimento diretto dell’Ue in funzione anti-crisi re­spingendo la proposta germano­finnica dei covered bond.

Va tutta­via ricordato che sul fronte dei sal­vataggi anticrisi non sarà speso un euro in più di quanto previsto per i due fondi. E che il rinvio sine die degli eurobond viene rivendi­cato come un punto d’onore dalla cancelliera tedesca.

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