Economia

Iva, i prezzi "stravolti" con la carta: l'addio al cash cambierà tutto

Il piano del governo per rimodulare l'Iva. Sconti solo per chi usa le carte: ecco tutte le novità in arrivo alla cassa

Iva, i prezzi "stravolti" con la carta: l'addio al cash cambierà tutto

Tutto rimandato all’autunno. Quando il governo si troverà di fronte a una nuova legge di Bilancio da scrivere. Finita la passerella degli Stati generali, la maggioranza torna a litigare e al centro c’è la riduzione dell’Iva. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stretto in un angolo dai suoi stessi alleati. Il Movimento 5 Stelle, al pari di Pd, Italia Viva e Leu, vuole rinviare la questione a una riforma complessiva del sistema fiscale da scrivere, appunto, dopo l’estate.

La sforbiciata, sempre che ci sarà, avverrà insieme al varo del piano anti-evasione, premiando solo chi non paga gli acquisti in contanti. Questo è il suggerimento che arriva dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Da sempre attendista su questo tema. A Palazzo Chigi, cercano di attutire il colpo: "È stato chiaro fin dall'inizio che il presidente del Consiglio ha ventilato la proposta di tagliare l’Iva perché emersa durante gli Stati generali. Ma ha anche detto che andava valutata e che nessuna decisione era presa. Se ne discuterà". L’ennesimo rinvio, dunque, di un governo che non sa decidere.

Siamo di fronte a un’archiviazione, nonostante le parole di speranza pronunciate lunedì dal premier in diretta tivù. Anche se nel vertice con i capidelegazione è stato deciso di rinviare la questione a un incontro tra i responsabili economici, l’ipotesi che sta prendendo corpo nei colloqui tra Conte e Gualtieri prevede, secondo quanto scritto dal Messaggero, che la sforbiciata non arriverà a luglio. Ma verrà inserita in un piano organico di lotta all’evasione e di riduzione fiscale.

Il taglio dell’Iva al 22% e di quella al 10%, sempre che avverrà, sarà accompagnato dall’introduzione dei meccanismi di cashback e di cashless. Ciò significa che questa tassa verrà ridotta esclusivamente a chi paga gli acquisti con la moneta elettronica. In questo modo il governo tenta di colpire l’evasione fiscale e dunque aumentare le entrate riducendo i pagamenti in nero.

L’Iva vale un gettito annuo di 820 miliardi. Una sforbiciata di un punto al 22% costa 4,5 miliardi. E 3,1 miliardi la riduzione di un punto dell’aliquota del 10%. Tutti i partiti di maggioranza preferiscono inquadrare la riduzione della tassa sul valore aggiunto nella più generale riforma del sistema fiscale. E questa partita si giocherà in autunno in occasione della scrittura della legge di Bilancio.

Ma i mal di pancia all’interno dell’esecutivo sono evidenti. Pd, Italia Viva e Leu hanno già in tasca una controproposta: invece di ridurre l'Iva, molto meglio proseguire sulla strada della riduzione del cuneo fiscale. Chiare su questo punto anche dalle parole di Gualtieri: "L’obiettivo del governo è la riduzione del costo del lavoro, il taglio dell’Iva sarebbe invece un intervento congiunturale, per pochi mesi e per alcune categorie". Siamo, dunque, in alto mare.

E il bluff di Conte, presentato agli Stati generali, potrebbe trasformarsi nell’ennesimo boomerang pronto a colpire gli interessi degli italiani.

Commenti