Alitalia disegna la rotta fino al 2018

Nel piano sono previsti anche nuovi voli. Arrivano 2,9 miliardi per gli aeroporti

Sofia Fraschini

Non solo tagli, ma un vero piano che ridisegni la strategia della compagnia pensando anche ai ricavi. All'indomani della pubblicazione del bando per la vendita di Alitalia, e nel giorno in cui il governo stanzia 2,9 miliardi per lo sviluppo degli scali di Roma, Milano e Venezia, i tre commissari in audizione alla Camera hanno programmato per luglio il nuovo business plan Alitalia. Una strategia che disegnerà lo sviluppo del vettore fino all'estate 2018, ben oltre dunque l'amministrazione straordinaria: «Un piano per la continuità aziendale, ma discontinuo rispetto a quelli precedenti». E che avrà come punto di partenza nuove rotte. «Stiamo per annunciare un volo per le Maldive e, a breve, avremo una rotta per Delhi. Poi ci dovrebbe essere anche un volo tutti i giorni per Los Angeles non solo d'estate, ma anche di inverno», ha detto Luigi Gubitosi. Questo sarà possibile «se otterremo i risparmi che ci accingiamo a negoziare su tutta la struttura dei costi». Nel mirino ci sono i contratti di fornitura, carburante in testa, oltre al costo del lavoro.

«Con pacatezza, senza pregiudiziali e consapevoli dell'importanza che questo ha, dal momento che una società di servizi si regge essenzialmente sulle persone - ha detto Stefano Paleari metteremo mano a questo capitolo. Ma il confronto va fatto anche sulla quantità perché se facciamo paragoni con Ryanair, vediamo che questa compagnia ha oltre 11mila dipendenti e trasporta 117 milioni di passeggeri. Non c'è solo un problema di costo unitario, dunque, ma c'è anche un problema di numero». Inoltre, «dal 2015 al 2016, i dipendenti di Alitalia sono aumentati di 623 unità: erano 10.134 unità nel 2015 e 10.757 nel 2016. In un contesto di inerzia tendenziale, il costo del lavoro è ancora superiore nel 2017», ha spiegato Paleari. Insomma, è molto probabile che una parte dei lavoratori, seppur minima, dovrà essere sacrificata. Qualcosa di più certo si saprà a fine mese quando è atteso un vertice con i sindacati: «Una data ancora non c'è, ha detto Enrico Laghi, puntualizzando però che di stare «lavorando» sul rinnovo del contratto. Attesa, invece, lunedì la scelta degli advisor. In corsa ci sono Merril Lynch, Lazard, Rothschild e Citigroup.

Intanto, ieri, una pioggia di investimenti è stata stanziata per gli aeroporti di Roma, Milano e Venezia. Il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha annunciato l'impegno da 2,9 miliardi per questi scali in cui transita il 50% del traffico nazionale. «Per assicurare l'ammodernamento di un settore in forte espansione, sono stati realizzati lavori per 1,89 miliardi e nei prossimi 5 anni arriveranno 2,9 miliardi, per un totale di 4,8 miliardi», ha detto Delrio. D'altra parte, con o senza Alitalia, da qui al 2021 è attesa una crescita del traffico che porterà i passeggeri a 97 milioni l'anno: con Fiumicino a 47,5 milioni, Ciampino a 5,5, Milano Linate a 9,8, Milano Malpensa a 23,2 e Venezia a 11,6 milioni. Al 2030 il numero dovrebbe lievitare a 128 milioni di passeggeri.

I primi a beneficiare degli investimenti saranno le compagnie low cost, già ben posizionate e in vantaggio in questi scali. Anche se per un Alitalia in vendita questi 2,9 miliardi sono sicuramente un ottimo biglietto da visita per attrarre investitori.

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