Allarme raccolta: in due anni depositi diminuiti di 55 miliardiCentro Studi Confindustria

La «riduzione della raccolta» è tra le difficoltà, evidenziate da un rapporto del centro studi di Confindustria, che le banche dei Piigs (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia Spagna) «devono fronteggiare. Dalle elaborazioni del Csc emerge che a maggio 2012 rispetto al 2010 i depositi in conto corrente sono diminuiti in italia di 55 miliardi, -7,2%. Il calo è del 29,3% in Grecia (28 mld), -13,1% in Portogallo (-7 mld), -9,7% in Irlanda (-8 mld), -1,7% in Belgio (-2 mld), -0,9% in Spagna (-4 mld). «Si allarga la forbice della raccolta»: al contrario, in altri Paesi (Germania, ma anche Austria e Olanda) «il livello dei depositi macina record ed è giunto al picco storico nel maggio 2012».
Sul lato più generale del sistema del credito comunitario, per affrontare le crepe «la soluzione» del Csc « è ricapitalizzare rapidamente gli istituti in affanno». Ma per piani di salvataggio come quello previsto per le banche spagnole i «fondi sembrano essere insufficienti e non hanno convinto i mercati». È «perciò urgente varare, più velocemente di quanto deciso a fine giugno, l'unione bancaria di Eurolandia, con messa in comune di vigilanza e rischi e ricapitalizzazione diretta degli istituti da parte dei fondi Efsf-Esm». Mentre anche «acquisti massicci di titoli pubblici, attraverso lo scudo anti spread, sosterrebbero i bilanci delle banche».
Le banche dei Piigs (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), spiegano gli economisti di viale dell'Astronomia, «sono in difficoltà a causa della perdita di valore dei titoli pubblici in portafoglio, della riduzione della raccolta mediante i depositi, della frammentazione del mercato interbancario dell'Eurozona, a cui non hanno più accesso, dello scarso e costoso ricorso al mercato finanziario per l'emissione di obbligazioni, delle perdite sui prestiti provocate dalla recessione e degli obblighi regolamentari imposti dalle nuove normative internazionali di aumentare i ratio patrimoniali».

E «perciò faticano a finanziare il sistema economico», e «l'intervento straordinario della Bce ha evitato che il violento credit crunch in atto proseguisse e diventasse rotta del credito. Ma in molti casi non basta più».

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