Economia

Amazon, ritorno in "ufficio". In sei città 3.500 nuovi posti

Il gigante web allenterà lo smart working e investe per creare postazioni di lavoro fisico nei suoi centri corporate

Amazon, ritorno in "ufficio". In sei città 3.500 nuovi posti

Lo smart working ha i giorni contati, parola di Jeff Bezos. Mentre il mondo, facendo di necessità virtù, sembra aver scoperto che si può lavorare anche a distanza, tanto che diverse aziende, colossi compresi, continuano a rimandare il ritorno in ufficio, Amazon si muove in direzione opposta, con una precisa strategia a lungo termine che punta alla graduale espansione delle proprie sedi fisiche. In controtendenza con Google e Uber, che prevedono un ritorno alle scrivanie non prima di giugno 2021, o con Facebook e Twitter, che addirittura concederanno ai dipendenti la possibilità di continuare a lavorare da casa per sempre, la società di Seattle aggiungerà oltre 240mila metri quadrati ai suoi uffici statunitensi, con un investimento dichiarato di oltre 1.4 miliardi di dollari.

Ardine Williams, vicepresidente dello sviluppo della forza lavoro del gigante dell'e-commerce, ha motivato la scelta spiegando che le persone che a causa della pandemia stanno esercitando le loro mansioni da remoto non vedono l'ora di tornare in ufficio. Il lavoro faccia a faccia, ha continuato la manager, ha infatti la capacità di connettere le persone e far collaborare i team: si può fare anche virtualmente, ma non è così spontaneo.

Amazon, che in questi mesi ha adottato il lavoro a distanza soprattutto per i centri di assistenza clienti, si augura quindi un rapido rientro. Come illustrato sul blog aziendale, i nuovi Tech Hubs avranno sede in sei città degli Stati Uniti (New York, Phoenix, San Diego, Denver, Detroit e Dallas) e accompagneranno la creazione di 3500 nuovi posti di lavoro, in aggiunta ai 602mila già esistenti oltreoceano, per un totale di quasi un milione di occupati a livello mondiale. Numeri che la rendono l'azienda privata con maggior numero di assunti al mondo dopo Walmart.

Duemila delle nuove posizioni, rivolte a ingegneri, data scientist, product manager che verranno dedicati ai progetti tra cui AWS, Alexa, Amazon Advertising, Amazon Fashion, OpsTech e Amazon Fresh, verranno aperte nel cuore della Grande Mela, presso gli spazi dello storico Lord & Taylor Building, costruito all'epoca della prima guerra mondiale e già sede del grande magazzino di lusso sulla Fifth Avenue di Manhattan. Acquisito nel 2017 da WeWork, la società di condivisione del lavoro sussidiaria di WeCo., l'edificio di 192mila metri quadrati distribuiti su 11 piani è stato acquistato da Amazon a marzo per la cifra monstre di oltre un miliardo di dollari.

La scommessa di Jeff Bezos, che già aveva annunciato il piano di espandere la superficie dei propri magazzini del 50% entro la fine del 2020, è probabilmente incentivata dal record di vendite registrato durante la fase più dura della pandemia (88,9 miliardi di dollari per il trimestre conclusosi lo scorso 30 giugno), ma va anche a implementare una strategia di carattere simbolico: i big del Tech vogliono sempre più imporre la propria presenza non solo nei listini di Wall Street, ma anche nella topografia della città cuore dell'economia mondiale. Prima di Bezos, Zuckerberg aveva affittato i 730mila metri quadrati dello storico James A.

Farley Building, ex sede principale delle poste newyorchesi sull'ottava a Manhattan.

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