La Borsa continua a non dare soddisfazioni al titolo Telecom che, all'indomani del cda sullo spin-off della rete, ha iniziato una discesa che lo ha riportato ai minimi del 1997. Ieri Telecom ha segnato un minimo intraday a 0,536 euro, già segnati lo scorso marzo, e poi è risalito a quota 0,539 (-1,01%). Un altro fattore di instabilità è stato generato dalla situazione argentina: entro un mese il Paese sudamericano approverà un nuovo regolamento sulla qualità dei servizi, in particolare nella telefonia mobile, che potrà contemplare, oltre alle multe già in vigore, anche la possibilità per il regolatore di sospendere la commercializzazione di nuove linee telefoniche. «In Sudamerica nel complesso stiamo andando piuttosto bene», ha rassicurato l'ad Marco Patuano.
Il tema dello scorporo della rete è invece finito al centro di un convegno organizzato dall'Agcom, cui hanno partecipato molti dei protagonisti coinvolti. Ed è stato qui che è arrivato il via libera da parte del viceministro alle Comunicazioni Antonio Catricalà. «È un evento importantissimo, dobbiamo favorirlo e incoraggiarlo», ha sottolineato, aggiungendo che «si possono fare molti distinguo, forse l'optimum è un'altra cosa, ma intanto prendiamo quello che ci viene dal mercato e incoraggiamolo». L'esecutivo non intende schierarsi sul tema della governance («non è corretto»), a patto che nell'operazione siano salvaguardati due capisaldi, la neutralità e la parità di accesso.
Su questo tema è stata proprio Telecom a fare un passo avanti: Patuano ha infatti ribadito che «non è necessario rinunciare alla partecipazione azionaria», aggiungendo però che «si può disegnare una governance con un organo di vigilanza magari rinforzato sul modello di Open Access, con contratti di servizio per tutti e con maggiore trasparenza».
Il mercato, però, ha dimostrato già una certa preoccupazione per i tempi necessari per l'operazione.
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