Economia

Le pensioni ora sono in pericolo: "Quanto si perde sull'assegno"

Il segretario Uil, Domenico Proietti, ci ha spiegato come si può cambiare l'attuale sistema pensionistico per evitare penalizzazioni. "Assegnare i coefficienti per coorti di età"

Le pensioni ora sono in pericolo: "Quanto si perde sull'assegno"

Dal 1 gennaio 2021 sono cambiati i coefficienti per calcolare le pensioni: recentemente (clicca qui), ci siamo occupati dei tagli previsti che arrivano anche a 170 euro. Tutto questo accade a causa della nuova revisione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo che si ha ogni due anni in base all'aspettativa di vita. Per saperne di più, abbiamo intervistato in esclusiva per ilgiornale.it Domenico Proietti, Segretario confederale Uil (Unione Italiana del Lavoro).

Segretario Proietti, c'è un ritocco sulle pensioni e si possono perdere fino a 170 euro con i nuovi coefficienti. Cosa ci dice?

"I coefficienti di trasformazione sono il cuore del sistema contributivo, perché lega il montante che si è versato nel corso dell'attività lavorativa all'aspettativa di vita. Se questa cresce, bisogna spalmare il montante che si è versato in più tempo. Giocoforza, l'assegno mensile subisce delle variazione e si percepisce un po' di meno".

Cosa dice l'attuale normativa?

"L'attuale normativa prevede che i coefficienti di trasformazione siano rivisti ogni due anni adeguandoli all'andamento dell'aspettativa di vita. Quello che entrerà in vigore quest'anno comporta un taglio dei futuri pensionati di importi compresi tra 70 e 170 euro, che sono riportati In un'analisi a cura della Uil".

Qual è la vostra proposta per cambiare questo sistema?

"Già da molto tempo, per rendere più efficace questo meccanismo, abbiamo proposto di assegnare questi coefficienti per coorti di età: significa che si assegna un coefficiente ai nati, ad esempio, nel 1960, uno ai nati nel 1963 e così via. Questo coefficiente rimane stabile per tutto il percorso lavorativo della persona e anche quando andrà in pensione. In questo modo si andrebbe ad eliminare una penalizzazione nei confronti dei lavoratori".

Che tipo di penalizzazione?

"Faccio un esempio: se io maturo il diritto ad andare in pensione il 31 dicembre 2020 ma decido di rimanere a lavoro ed il 1 gennaio 2021 entra in vigore il nuovo coefficiente, io sono penalizzato. Se, invece, ci fosse il coefficiente assegnato per coorti di età, io posso tranquillamente rimanere a lavoro senza essere penalizzato. Il nuovo metodo comporterebbe anche un fatto positivo per lo Stato che spesso dice di rimanere a lavoro alzando l'età delle pensioni: se si decide di continuare a lavorare volontariamente ma c'è la spada di Damocle del coefficiente che cambia, viene disincentivato a rimanerci".

Da quanto tempo proponete questo meccanismo?

"Noi lo abbiamo proposto, per la prima volta, durante il protocollo Prodi nel 2007. Addirittura, per quel protocollo, si istituì una commissione che doveva esaminare i nuovi criteri del coefficiente di trasformazione. Non se ne fece più niente e si è andato avanti in questo modo. Durante questi mesi abbiamo proposto che questo sia un tema da rimettere al centro della discussione e lo faremo ancora in occasione di quello che si dovrà fare quando andrà in esaurimento 'Quota 100' che finirà il 31 dicembre 2021".

Anche in questa circostanza, cosa propone la Uil?

"Proponiamo una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione tra i 62 ed i 63 anni differenziando da lavoro a lavoro: finalmente è stata istituita una commissione tecnico-scientifica per fare questo lavoro di definizione dei lavori gravosi. Credo che da quei lavori arriverà un contributo che definirà una flessibilità più diffusa, flessibilità che servirà anche nella fase di ricostruzione economica e produttiva del nostro Paese. Finita la pandemia, il nostro sistema produttivo subirà una ristrutturazione di grande portata. Avere una flessibilità intelligente di accesso alla pensione può servire anche alle aziende. Contemporaneamente, è stata istituita anche un'altra commissione che deve separare l'assistenza dalla previdenza e si dimostrerà un cosa che già sappiamo e diciamo da tempo".

sistema pensionistico
Scheda sistema pensionistico

Di cosa si tratta?

"In Italia, per le pensioni, si spende esattamente quanto si spende nella media europea, intorno al 12% del Pil. Il dato che ogni tanto l'Istat ed altri istituti di statistica europei che in Italia si spenderebbe tra il 16,5 ed il 17% per le pensioni è un dato sbagliato: in quel 16,5% è compresa anche la spesa assistenziale, come tutte quelle che fa l'Inps. Addirittura, viene calcolato anche il Tfr e, come uscite, 52 miliardi di euro di tasse che lo Stato incassa dalle pensioni. La Uil ha depurato da tutti questi elementi e i dati che abbiamo presentato ci dicono che noi spendiamo il 12% del Pil, perfettamente in media con quanto avviene negli altri Paesi".

Quindi, siete pronti a tornare alla carica?

"Noi riproporremo con forza l'esigenza di modificare i criteri dei coefficienti di trasformazione utilizzando quello che avviene in tanti Paesi europei, ad iniziare dalla Svezia, che da anni hanno introdotto i coefficienti per coorti di età".

Cosa accade, invece, a chi va in pensione con il sistema misto?

"Il calcolo viene fatto soltanto sulla parte contributiva ma, in futuro, si andrà tutti con il sistema contributivo. Ormai, la parte mista, diventerà sempre più residuale".

La crisi di governo attuale può agevolare o rallentare la vostra proposta?

"È chiaro che le crisi sospendono un po' tutte le attività che i governi fanno. Questo è compito della politica e ci auguriamo che sia in grado di trovare delle soluzioni utili per il Paese. Noi chiediamo di aprire subito una discussione per sapere cosa dobbiamo fare per sostiture 'Quota 100'. Il tempo vola: dobbiamo arrivare a giugno avendo definito un'ipotesi di flessibilità più diffusa che la sostituisca. È chiaro che la crisi di governo non aiuta questa ed altre questioni ma è un compito della politica e siamo pronti a confrontarci con i governi della Repubblica. Non abbiamo governi amici o nemici, noi diamo un giudizio in base a quello che fanno".

Com'è andata con la legge di bilancio?

"Qualche piccolo risultato lo abbiamo ottenuto: intanto, si è posta fine alla vicenda degli esodati, abbiamo prorogato l'Ape Sociale, abbiamo proprogato 'Opzione Donna'. Grazie all'attività del governo e di tutti i gruppi parlamentari. Vogliamo continuare a lavorare su questo perché il Sistema previdenziale italiano, dopo il vulnus che si era creato con la legge Fornero, ha bisogno di essere ancora portato con elementi di equità e giustizia sociale".

In conclusione, cosa dice ai pensionati?

"Ai pensionati diciamo che sono stati degli ammortizzatori sociali all'interno delle famiglie. Purtroppo, in questa pandemia drammatica, non è stato fatto niente per dare un segnale di attenzione ai pensionati. Proponiamo che sia estesa la quattordicesima, che adesso arriva fino alle pensioni da mille euro, e portarla fino a quelle da 1.500 euro.

Questo permetterebbe di dare una boccata d'ossigeno e chiediamo che si faccia finalmente una legge quadro per le persone indigenti e che non sono autosufficienti".

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