Economia

Auto, a rischio 60mila posti di lavoro. Serve un fondo per la transizione green

Lo stop Ue ai motori endotermici va gestito con nuovi strumenti

Auto, a rischio 60mila posti di lavoro. Serve un fondo per la transizione green

Costituire un Fondo sociale per la decarbonizzazione che accompagni per i prossimi 5-6 anni la transizione ecologica delle imprese. È la proposta della Fim Cisl, che al tavolo sull'automotive al Mise ha lanciato l'allarme: sono oltre 60mila i posti di lavoro a rischio nel settore. «Siamo all'inizio di una corposa ristrutturazione - afferma il segretario generale Roberto Benaglia in un'intervista all'AGI - che può diventare socialmente insostenibile. La transizione ecologica è giusta ma deve essere accompagnata. Stellantis ha in Italia oltre 50mila lavoratori ma la componentistica, da sempre vocata anche all'export, ha 220-240 mila dipendenti. Un terzo della forza lavoro rischia di essere messa fuori gioco con gli obiettivi di uscita dal motore endotermico fissati dall'Ue. Non possiamo lasciare che chiudano gli stabilimenti».

Secondo Benaglia, va quindi creato un Fondo sociale per la decarbonizzazione per favorire la trasformazione e la riqualificazione di imprese e lavoratori, perché «non si possono mettere in campo solo ammortizzatori sociali». Vanno quindi aiutate le aziende che producono ad esempio marmitte, a convertirsi, e sostenuti gli operai a formarsi e riqualificarsi. «Non bastano i soldi del Pnrr per fare qualche investimento ecologico, bisogna occuparsi di chi rischia di essere escluso. Siamo contenti che la gigafactory Stellantis produrrà a Termoli batterie elettriche, ma questo non basta a dire che siamo a posto. Troppi posti di lavoro sono minacciati». Il Fondo sociale decarbonizzazioni, fatto con risorse europee e nazionali, dovrebbe nascere da «un grande patto tra imprese, sindacati, ministeri del Lavoro, dello Sviluppo economico, della Transizione energetica». Per il segretario generale Fim-Cisl è il momento di cambiare metodo. «Non solo cig per crisi o per mancanza temporanea di mercato: tutti i settori coinvolti nella transizione ecologica devono avere misure ad hoc», afferma sottolineando che «è urgente trovare nuovi strumenti che possano garantire la sicurezza sociale».

Benaglia, infine, valuta positivamente il rinnovo degli incentivi per l'acquisto di nuovi veicoli a basse emissioni, dal momento che «il mercato dell'auto è in grande sofferenza». «L'economia è ripartita - osserva - ma le vendite di auto sono nel 2021 ancora di oltre il 20% inferiori al pre-pandemia». Secondo il leader sindacale, «il mercato dell'automotive ha bisogno di essere rilanciato, ma con incentivi stabili, previsti nella legge di Bilancio». Il rifinanziamento approvato la scorsa settimana non è sufficiente e «bisogna puntare ad avere una misura 4 volte più elevata, che duri per almeno un anno e mezzo». Il rischio è altrimenti che i consumatori siano «disorientati» e rinviino gli acquisti. «In Italia - conclude - ci sono 13 milioni di veicoli fortemente inquinanti: se dobbiamo svecchiare il parco auto è necessaria una politica più incisiva e che duri nel tempo.

L'incertezza non fa bene al mercato».

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