Barilla taglia i prezzi contro l'inflazione

Pasta, biscotti e merendine costeranno dal 7 al 13% in meno da febbraio fino alla fine dell'anno

Barilla taglia i prezzi contro l'inflazione
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Barilla fa la prima mossa e cerca di spezzare il circolo vizioso inflazione-aumento dei prezzi-calo delle vendite. Ieri il colosso alimentare di Parma ha annunciato che «dal mese di febbraio saranno abbassati i prezzi dal 7 sino al 13 per cento». L'operazione non riguarderà solo la pasta, ma anche i prodotti Mulino Bianco (biscotti, merendine, fette biscottate, pani) e anche alcuni articoli della Pavesi, come le Gocciole. La promozione durerà sino al 31 dicembre.

La deflazione dei prezzi di vendita ha lo scopo di produrre «un impatto positivo sulla spesa di molti italiani che non ce la fanno ad arrivare a fine mese», recita il comunicato. Il taglio sarà applicato a clienti diretti e distributori, dunque non è automatico attendersi un decremento dei prezzi sugli scaffali di pari entità, ma è probabile che la grande distribuzione opti per traslare il calo tout court al fine di non perdere clientela. Barilla, infatti, è leader della pasta nel canale Gdo in Italia con una quota superiore al 20% ma che l'inflazione ha progressivamente ridotto. Il caro-prezzi si è riflesso anche nel bilancio 2022 (l'ultimo disponibile) che ha evidenziato un incremento del fatturato del 18,5% annuo a 4,7 miliardi ma con un utile netto consolidato ristretto del 15,7% a 231 milioni.

L'iniziativa, pertanto, si può spiegare anche con la volontà di incrementare i volumi. Il dato più importante, tuttavia, è un altro: Barilla ha «spezzato» per prima il fronte dell'industria agroalimentare che nel corso del 2022 e del 2023, pur mostrando attenzione ai consumatori (ha partecipato al trimestre anti-inflazione indetto dal ministro Urso), ha sostanzialmente resistito al pressing della grande distribuzione che voleva convincerla ad abbassare i prezzi.

Esselunga ha fatto sapere che concorderà con il gruppo presieduto da Guido Barilla la politica di pricing, ribadendo l'impegno costante negli ultimi anni a riassorbire parzialmente gli incrementi dei prezzi praticati dai fornitori. Idem per Conad che nel 2023 con il suo paniere «Bassi & Fissi» ha consentito ai consumatori un risparmio medio del 27,8%. Per il primo trimestre del 2024, il dg del gruppo Francesco Avanzini ha confermato l'impegno a tenere ancora bloccati i prezzi dei prodotti del paniere, riducendoli ove possibile. Stessa policy anche per Coop che l'anno scorso ha lanciato la sua linea «Spesotti» per raffreddare il caro-vita.

I prodotti a marchio del distributore sono fondamentali per abbassare il costo del carrello della spesa. Ieri l'Istat ha diffuso i dati definitivi di dicembre dell'inflazione che nel 2023 si è attestata a una media del 5,7%, in rallentamento dall'8,1% dell'anno precedente. «La fase più acuta è alle spalle, non c'è dubbio e credo che nel 2024 tornerà sotto controllo con una riduzione dei tassi di interesse nella seconda parte dell'anno», ha commentato il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina.

Il periodo 2019-2023 è stato, tuttavia, devastante per le tasche dei consumatori. Lo zucchero è aumentato del 65% circa, seguito da riso (+50%), olio di oliva (+42,3%), pasta (+40,1%), burro (+36,5%) e latte intero (+21,9%).

Ecco perché la decisione di Barilla è fondamentale per riportare i prezzi su una traiettoria discendente. Gli italiani, spiega una ricerca Centromarca-Adacta, non intendono rinunciare ai prodotti di marca che nel 2023 hanno continuato a rappresentare il 68,4% delle vendite della grande distribuzione.

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