«Compilare da soli un 730?» Missione quasi impossibile. E se lo dice il direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera si può star certi che è vero. In effetti l'elaborato è difficile da compilare e l'errore facilmente in agguato. Per questo fioriscono i Caf, i centri di assistenza fiscale. Il bello è che per sapere quanto sborsare per le tasse bisogna oltretutto pagare. «Il fisco italiano è un pachiderma - ha spiegato Befera -. C'è stata una vera e propria bulimia delle norme fiscali negli ultimi 40 anni». Per questo il responsabile delle Entrate chiede al governo, facendo proprie le lamentele di tanti contribuenti, di accelerare sulla semplificazione degli adempimenti fiscali. Il tema «semplificazione» è centrale nel rapporto tra fisco e contribuenti sul quale i Caf svolgono un ruolo di intermediazione che, secondo una ricerca dell'Ispo di Renato Mannaimer è considerata utile dal 98,7% dei «clienti» dei Centri di Assistenza. Un ruolo che la stessa Consulta dei Caf chiede di modificare, dopo 20 anni, adeguandola alla realta. Tre i temi da affrontare, afferma il coordinatore nazionale Valeriano Canepari che ha anche lamentato il taglio dei compensi decisi con le ultime manovre dal Governo.
Per i Caf il futuro passa attraverso un ampliamento della platea di contribuenti che possono compilare il modello 730 e la dematerializzazione e informazione di tutta la documentazione con Agenzia Entrate e Inps. C'è poi il tema delle agevolazioni. «Si tratta in totale di oltre 700 aiuti - ha detto Befera- per circa 240 miliardi di euro, dei quali alcuni sono certamente inutili e non danno l'utilità sociale per cui sono nati. Bisogna poi rivedere il sistema degli adempimenti per eliminare, o almeno ridurre, quelli non necessari. E se senza i Caf compilare il 730 sarebbe impossibile figuriamoci un modello Unico».
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