Economia

Bonus del 110% va a gonfie vele ma il governo pensa a tagliarlo?

L’esecutivo starebbe pensando ad una riduzione del bonus dal 110 al 75%

Bonus del 110% va a gonfie vele ma il governo pensa a tagliarlo?

Si tratta di una delle misure più apprezzate - da maggioranza e opposizione - che sta permettendo al comparto edile di riprendersi dopo il lockdown e le restrizioni dovute all’emergenza Coronavirus. Il bonus 110% difatti, nonostante i “guazzabugli burocratici” e le incertezze amministrative, aveva dato nuovo slancio ad un settore, quello dell’edilizia, che è essenziale per il sistema produttivo del nostro Paese.

Il bonus ristrutturazioni - attualmente in vigore fino al 30 giugno 2022 – permette ai proprietari ed ai condomini di avere uno sgravio del 110% sui lavori realizzati che comportino un efficientamento energetico della casa o dell’interno immobile, incentivando l’avvio dei lavori di ristrutturazione con il conseguente effetto positivo sulle imprese del comparto.

Una misura che funziona e che, come riportato in un articolo di oggi dal quotidiano Libero, in 2 mesi ha portato ad un aumento dei lavori di ristrutturazione del 376% per un totale di 338 milioni di euro. Inoltre il bonus andrebbe nella direzione green che rappresenta il punto centrale del Recovery; nonostante ciò pare che tra le file del nuovo governo si starebbe pensando ad un taglio considerevole dell’incentivo, con il bonus che passerebbe dal 110 al 75%.

Ma andiamo per ordine e vediamo di cosa si tratta

Cosa è il Bonus 110%

La misura consente di effettuare i lavori di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico da parte dei proprietari di immobili ad uso abitativo o per interi condomini in modo estremamente vantaggioso sotto il profilo economico, grazie ai meccanismi di agevolazione basati o sulle detrazioni del costo dei lavori svolti, o sulla possibilità di optare per la cessione del credito di imposta ovvero per lo sconto in fattura.

Il Superbonus si applica agli interventi effettuati da:

  • condomìni
  • persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arti e professioni, che possiedono o detengono l'immobile oggetto dell'intervento
  • persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arti e professioni, proprietari (o comproprietari con altre persone fisiche) di edifici costituiti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate
  • Istituti autonomi case popolari (Iacp) comunque denominati o altri enti che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di "in house providing". Per tali soggetti, l’agevolazione riguarda le spese sostenute entro il 30 giugno 2023, se alla data del 31 dicembre 2022, siano stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo
  • cooperative di abitazione a proprietà indivisa
  • Onlus, associazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale
  • associazioni e società sportive dilettantistiche, limitatamente ai lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi.

I soggetti Ires rientrano tra i beneficiari nella sola ipotesi di partecipazione alle spese per interventi trainanti effettuati sulle parti comuni in edifici condominiali.

Per poter accedere alla misura ci sono dei vincoli; gli interventi che permettono di accedere al bonus, difatti, devono garantire il miglioramento di almeno due classi energetiche dimostrabili attraverso l’Attestato di Prestazione Energetica (Ape) che viene rilasciato da un tecnico abilitato. Nel caso in cui non fosse possibile passare di due classi, basta che almeno una arriva alla più alta possibile da riconoscere sempre tramite Ape.

Gli interventi coperti dal credito di imposta al 110 riguardano il cosiddetto cappotto termico, che deve interessare più del “25% della superficie disperdente lorda dell’edificio, o dell’unità immobiliare situata all’interno di edifici plurifamiliari che sia funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno”.

Il Superbonus, inoltre, spetta in caso di:

  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni
  • sostituzione di impianti di climatizzazione invernale sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti
  • interventi antisismici: la detrazione già prevista dal Sismabonus è elevata al 110% per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021.

Ognuna di queste voci ha un limite di spesa che si aggira, in media, da un minimo di 15mila ad un massimo di 50mila euro come nel caso del cappotto termico per “edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno”.

Questi interventi sono detti “trainanti”, ma rientrano nel Superbonus anche le spese per interventi fatti in modo congiunto all'isolamento termico, di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale o di riduzione del rischio sismico. Si tratta di

  • interventi di efficientamento energetico
  • installazione di impianti solari fotovoltaici
  • infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici
  • interventi di eliminazione delle barriere architettoniche (16-bis, lettera e) del TUIR).

Per quanto riguarda l’adeguamento antisismico – che può essere richieste nelle zone 1, 2 e 3 – è possibile anche accedere ad una detrazione del 90% sull’acquisto di una polizza assicurativa anticalamità.

Quali sono le agevolazioni

Le detrazioni riconosciute dal Bonus sono nella misura del 110%, che verranno ripartite in 5 quote annuali di pari importo per il 2021 mentre per le spese sostenute nel 2022 le quote annuali saranno 4 sempre di pari importo, entro i limiti di capienza dell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi.

L’aspetto maggiormente interessante della misura è dovuta al fatto che, invece di accedere alla alla fruizione diretta della detrazione a seguito del pagamento degli importi dovuti per i lavori fatti, è possibile optare:

  1. per un contributo anticipato sotto forma di sconto praticato dai fornitori dei beni
  2. per uno sconto in fattura
  3. per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante.

Soprattutto La cessione del credito di imposta è interessante per il committente dei lavori (persona singola o collettiva come i condomini) in quanto può essere disposta in favore:

  • dei fornitori dei beni e dei servizi necessari alla realizzazione degli interventi
  • di altri soggetti (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti)
  • di istituti di credito e intermediari finanziari.

I soggetti che ricevono il credito hanno, a loro volta, la facoltà di cessione.

Per accedere a queste opzioni, oltre agli adempimenti previsti per ottenere le detrazioni, il contribuente deve acquisire anche

  • il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione, rilasciato dagli intermediari abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni (dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali e consulenti del lavoro) e dai CAF
  • l’asseverazione tecnica relativa agli interventi di efficienza energetica e di riduzione del rischio sismico, che certifichi il rispetto dei requisiti tecnici necessari ai fini delle agevolazioni fiscali e la congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati.

La cessione del credito deve esser comunicata all’Agenzia delle entrate tramite apposito modulo online oppure affidandosi a un intermediario abilitato. Per l’anno passato e per quello in corso la cessione del credito o lo sconto in fattura sono permessi anche sui seguenti lavori svincolati dal superbonus:

  • interventi di ristrutturazione edilizia;
  • riqualificazione energetica;
  • interventi antisismici;
  • rifacimento delle facciate;
  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici

A quali modifiche della misura si sta pensando

Il Pnrr italiano (Piano nazionale di ripresa e resilienza) ha previsto 29,3 miliardi per l’efficientamento energetico e la riqualificazione degli immobili. Su questa linea di interventi poggia il Bonus 110% cheprima della pandemia era del 50% e che è stato successivamente innalzato, con il decreto rilancio, al 110%.

I risultati sono stai importanti innescando un sistema che - nonostante difficoltà non da poco negli adempimenti amministrativi – incentivando i proprietari ad avviare i lavori ha rimesso in modo il comparto dell’edilizia che aveva subito una brusca franata nel 2020.

Eppure, nonostante i risultati (con i nuovi cantieri che sono passati da 537 a 2.960 negli scorsi mesi), si fa sempre più insistente la voce che dal MEF si stia pensando ad un taglio del bonus che passerebbe dal 110 al 75%

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