Camilla ContiBorsa e analisti bocciano il blitz di Leonardo Del Vecchio che ha deciso di tornare al timone operativo di Luxottica accompagnando alla porta l'ad responsabile dei mercati esteri Adil Khan con il terzo ribaltone al vertice nel giro di quindici mesi (dopo quelle di Enrico Cavatorta e soprattutto di Andrea Guerra la cui gestione era durata dieci anni).L'annuncio del patron del colosso di occhiali è arrivato al termine del cda di venerdì, a mercati chiusi. E ieri Piazza Affari ha emesso il suo primo verdetto: il titolo Luxottica ha chiuso la seduta lasciando sul terreno il 5,73% a 54,25 euro (-10,18% nell'ultimo mese). Nonostante un fatturato record di circa 9 miliardi nel 2015, in crescita del 17% rispetto al 2014, a preoccupare è la stabilità nel governo societario. «Questo tipo di rientri ci sembra talvolta salutare in grandi gruppi un po' appannati e che hanno perso la spinta e la visione iniziale. Non ci sembra, però, almeno dall'esterno, il caso di Luxottica, e quindi temiamo che la scelta possa essere più dettata dal legame di Del Vecchio con l'azienda che ha creato, che l'ha portato a rinunciare all'idea lungimirante di oltre dieci anni fa di lasciare la gestione dell'azienda a manager esterni», commentano gli analisti di Equita sim. Quelli di Kepler Cheuvreux puntano anche il dito sul rallentamento della crescita organica fatto segnare nel quarto trimestre 2015 e abbassano le stime dell'utile per azione del 2% per il 2015 e del 5% per il 2017. Ancora più severa Citigroup che ha tagliato le previsioni del 9% mentre Banca Imi sottolinea che le vendite del gruppo nel quarto trimestre sono state sotto le attese «con una decelerazione superiore al previsto della divisione retail» e interpreta il cambio al vertice del gruppo come «un'indicazione ulteriore del periodo incerto di Luxottica nella definizione della sua strategia». Per Jp Morgan la sterzata al vertice potrebbe portare a modifiche nelle strategie con una incertezza e una volatilità del titolo nel breve periodo e Ubs mette in luce il rischio di una scarsa indipendenza del board rispetto alla proprietà.Qualche chiarimento è atteso per l'investor day del gruppo di occhialeria del prossimo 3 marzo. L'azione comunque si trova non lontana dai massimi storici a un valore superiore di quasi il 40% rispetto allo stesso periodo di due anni fa. E in generale, va detto che nessuna banca d'affari ha abbassato il proprio giudizio sul titolo. Così come pare più contenuta la reazione del mercato rispetto a quella che aveva avuto la Borsa dopo l'addio di Cavatorta (seguito, dopo due mesi a quello di Guerra): allora le azioni del gruppo avevano aperto in calo di quasi il 10% per poi chiudere la seduta con un 9,23 per cento. Insomma, poteva andare peggio. Nel frattempo, per l'azienda di Agordo il conto dei riassetti si avvicina a 25 milioni. Andrea Guerra ha lasciato dopo dieci l'incarico nel settembre del 2014 con una buonuscita di 11,39 milioni, da sommare allo stipendio di 1,7 milioni e alle stock option accumulate negli anni. Il suo sostituto Cavatorta, già direttore generale di Luxottica, ha preso la porta due mesi dopo con in tasca 4,98 milioni (e 664mila euro di stipendio).
Adil Khan, se ne andrà a fine febbraio con un incentivo all'esodo di 7 milioni. Resta, invece, in sella Massimo Vian, ad con delega al prodotto: il suo contratto prevede il versamento di 3 milioni qualora la società ne chieda l'uscita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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